Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Stampa della Mallorca 312, all’edizione 2015:

– gli iscritti erano 3.226, di cui il 20 % circa proveniente dalle Isole Baleari e l’80 % dal Regno Unito, dalla Spagna continentale, dalla Germania o comunque dall’estero (pochissimi gli italiani);

– i partecipanti si sono fermati a Mallorca mediamente per 7,3 giorni;

– per ogni iscritto alla manifestazione sono arrivate a Mallorca mediamente 2,3 persone;

– ciascuno di loro ha speso mediamente € 160/giorno;

per un indotto complessivo di € 8.000.000 (otto milioni di euro); nel 2016, con l’aumento dei partecipanti a 4.400, si stima che l’indotto sia salito oltre € 10.000.000 (dieci milioni !), a sua volta destinato ad aumentare di anno in anno con l’aumento dei partecipanti (nel 2016, per motivi organizzativi sono state rifiutate 1.500 iscrizioni).

Certamente in soli 8 anni si può arrivare a questi numeri solo con un clima ed un territorio adatti al ciclismo (che anche a Como abbiamo) ed investendo fortemente sul turismo in bici, come hanno fato a Playa del Muro, località di partenza della Mallorca 312; qui quasi tutti i grandi alberghi hanno un garage per le bici con servizio (a pagamento) di manutenzione quotidiana, hanno servizio di noleggio bici da corsa di ogni misura e livello, vengono offerti servizi specifici per il ciclista (guide in bici, percorsi segnalati etc.), la rete stradale è in perfetto stato di conservazione, ci sono piste ciclabili ovunque servano e – causa ed effetto – sinergie con i tour operator specializzati in turismo ciclistico.

I risultati dell’investimento, non solo per la Mallorca 312, sono efficacemente testimoniati da Strava: sul Col de Femenia, prima salita della Mallorca 312, Strava classifica oltre 27.000 ciclisti; per dare un punto di riferimento, il Pordoi da Arabba (dove da anni passa la Maratona delle Dolomiti) si ferma a 9.000, il mitico Stelvio a 7.000, il “nostro” Ghisallo a 6.000 … mica male !

Il successo della Mallorca 312 è probabilmente irraggiungibile per mille motivi, soprattutto in tempi così brevi (quella del 2015 era solo la settima edizione); è comunque ovvio che, in misura proporzionalmente minore, l’indotto di simili manifestazioni sia comunque notevole.

Non si discutono i disagi al traffico ed i costi per la collettività, ma i benefici possono essere ben maggiori (o comunque ben maggiori di quelli portati da altri investimenti, anche più costosi), soprattutto se si considera il “volano” dei tanti turisti e ciclisti attirati dalle granfondo.

Forse è il caso che anche a Como si ripensi alla GF del Giro di Lombardia o ad una nuova manifestazione.

Se New York chiude le sue strade per un giorno intero per la Maratona, Londra per la Maratona e per la meravigliosa London Prudential, Milano addirittura 3 volte in un mese circa tra Stramilano, Maratona e Polimi Run, solo la piccola Como non può permettersi di andare a piedi per una giornata ?

Posted by Simo

Sono Simone Frassi, comasco, avvocato civilista, viaggiatore (www.2wd.it), delle bici mi piace tutto, l'allenamento duro, le passeggiate senza fretta con gli amici, l'oretta in pausa pranzo, gli assalti ai miei PR su Strava, le chiacchierate in sella, la ricerca di strade nuove, le gare dei pro, le nuove tendenze di stile, le gite in mtb, l'esplorazione delle città in bici; le uniche cose che non sopporto sono l'agonismo di chi alle GF è pronto a tutto per guadagnare la posizione in classifica che gli consentirà di arrivare 3.000mo e (pur rendendomi conto benissimo che non sono fatti miei) la mancanza di ispirazione chi fa sempre lo stesso giro, come un criceto sulla una ruota (salvo che si tratti di girare a 40 km/h sul circuito di Monza). Email: simo@bklk.it Strava: https://www.strava.com/athletes/807017

2 Comments

  1. […] viaggiato un po’ e di differenze rispetto a Como ne abbiamo viste tante. Sulle Dolomiti, a Mallorca o alle Canarie le strade sono lisce come tavoli da biliardo, non hanno certo le buche che hanno […]

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