1.500 km sui rulli in 50 giorni, fanno circa 30km e un’ora davanti allo schermo di Zwift ogni giorno. Pasta all’uovo, pizza, gnocchi, pizzoccheri tutti fatti in casa, un carboload di due mesi che sono riuscito a gestire solo grazie ai watt generati pedalando, watt che sarebbero stati ampiamente sufficienti per fornire energia alla lavastoviglie mai doma e sempre sul punto di collassare.

Ho svuotato la mia umile cantina. Lo ammetto. Spesso me lo ero detto: quando mai avrò il coraggio di bere quelle bottiglie? Mi intimorisco solo a nominare il vitigno…  Spariti tutti gli scrupoli, aperte tutte le bottiglie. Il problema arriverà quando mi toccherà riempire gli spazi vuoti.

 

Un’ora a pedalare senza sosta, dicevo, un tempo sempre meno pesante grazie alla chat con persone lontane anche migliaia di km a sentenziare su tecnologie applicate ai tempi del Covid e a come l’evoluzione degli smart trainer ci consenta di pestare sui pedali anche chiusi in casa in quarantena. Alcuni meetup dove il tempo è volato tra battute su evasione fiscale e pesi male impostati per arrivare primi in cima all’Alpe du Zwift. Maledetta Alpe du Zwift.

In mezzo tanto smart working, forse troppo. Netflix e Amazon Video: Picard da vecchio nerd, Better Call Saul che nella quinta serie raggiunge livelli alla Breaking Bad, il crimine gentile di Ozark sono stati i miei sfoghi multimediali. Da ultimo ammetto di avere gareggiato con adolescenti brufolosi su GT Gran Turismo, prendendomi a sportellate nella versione online: perfetto per staccare del tutto e rigenerarsi.

E poi arriva il 4 maggio. Mi avvicino convinto di starmene a casa. La mattina presto butto l’occhio alla strada del lago per cogliere il livello di traffico, convinto di trovarmi il fiume di biciclette di una domenica qualsiasi, invece pochi ciclisti pochissime auto. Bravi.

Durante la giornata monta sempre più la voglia di uscire. Cielo terso e sole primaverile non aiutano a sedare la mia voglia di libertà. Schignano? No voglio inebriarmi di lago.

Partendo da Cernobbio già prima di Moltrasio mi sono commosso nel guardare l’acqua piatta e il verde vivo che circonda il lago. Avevo lasciato montagne spoglie e secche nella mia ultima uscita di marzo, le ritrovo splendide e lussureggianti, incuranti di ciò che ci sta succedendo.

Saluto tutti, anche i pali della luce talmente sono inebriato dal senso di libertà di questa prima pedalata, figurati gli altri pochi ciclisti che incontro…

Mi godo ogni centimetro di strada, sentendomi in forma come non mai grazie alla Breva che mi spinge verso Argegno. A Lenno provo le gambe sul tiro in pendenza, impressionante che cosa possano fare 5/6 giorni di rulli alla settimana. Nemmeno prima della Haute Route mi sentivo così in forma.

Viva la libertà!

 

Posted by Max

Ciclista da quando è nato. Ha provato la sua prima bici da corsa nel 2015 perché si erano esauriti gli sport da lui praticabili e ne è rimasto folgorato: "posso tornare a fare sport senza soffrire di tendinopatia!", per poi tornare a soffrire sulle salite attorno al lago di Como. Lavora in aziende digitali da vent'anni e pratica anche la vela (senza soffrire). Ha una Wilier GTR 2015, una Passoni XXTi Campy Super Record + Bora e una Canyon Neuron. Scrivigli a max@bklk.it

One Comment

  1. Picard ed Ozark super.. Better lo sto guardando.. nel frattempo ci ho infilato La casa di Carta e The Mandalorian e fortunatamente tanto tanto lavoro. Rulli sono 500km in 20gg…purtroppo sono arrivati tardissimo.
    Ora ancora un paio di settimane di rulli e poi si esce..
    Il resto del racconto per me é un viaggio meraviglioso sul lago che amo tanto..

    Rispondi

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.