ATTENZIONE: cliccate quì per la prova della Diamante 2019
La fredda cronaca: Alessandro Basso legge il mio post sulla Cannondale Superxsix Evo, legge i miei dubbi sul fatto che valga la pena spendere 7.000 euro per una bici e raccoglie la sfida …“è perchè non hai mai provato una bici made in Italy”.
Vero. E allora proviamola!
Mentre organizziamo il test, vado a Berlino per la Euroeyes Berlin Velothon, nella vetrina del negozio dove ho preso la bici a noleggio per mia moglie trovo – segno del destino? – una Basso Diamante SV e chiedo al negoziante com’è: con il consueto charme tedesco mi ride in faccia come se avessi chiesto a un concessionario Porsche se la Cayenne arriva a 100 km/h in autostrada, poi aggiunge “it’s made in Italy” … la stessa frase ed è addirittura un tedesco a dirlo.
Tornato a casa, cerco un po’ su internet e trovo un bel video sulla produzione dei telai Basso:
Guardandolo capisci che per molte lavorazioni la manualità è ancora importantissima, forse tra un operaio italiano esperto e che lavora con cura ed uno cinese che nello stesso tempo deve fare il triplo dei telai c’è davvero una bella differenza.
Poi, finalmente, qualche giorno prima dell’Etape du Tour, le bici arrivano, esco una mezz’oretta per regolare la sella e al ritorno mia moglie mi guarda a bocca spalancata: “non ti ho mai visto così felice, guarda allo specchio come sono i tuoi occhi!”
Questi sono i fatti, a cui aggiungo con grandissimo piacere un altro dato oggettivo: il telaio, fino all’ultima vite, è fatto in Italia, totalmente made in Vicenza.
Dai fatti passiamo ora alle sensazioni, rigorosamente in ordine di goduria:
SALITA: scattando in piedi sui pedali la reazione è immediata; uscendo dai tornanti, sembra che qualcuno ti appoggi una mano sulla schiena e ti spinga avanti … wooooof e hai guadagnato 3-4 km/h orari senza accorgertene. Meravigliosa!
DISCESA: la stabilità della ruota anteriore è incredibile, in rettilineo è una lama, sono arrivato a 75 km/h senza neanche accorgermene (è stato solo guardando il relive che ho realizzato); in curva è precisissima, tanto precisa che ad una risposta così immediata ti ci devi abituare (io ho toppato i primi 10-15 tornanti, poi ci ho preso la mano), ma non è una bici semplicissima da guidare, se non la si accompagna spostando leggermente il peso del corpo tende a mantenere la linea. Niente di particolare, non è necessario fare pieghe alla Valentino Rossi, ma bisogna guidarla con tutto il corpo.
PIANURA: tu le dai poco e lei va tanto … un piacere! Nella versione aero – la Diamante SV (cioè Super Veloce) – è ancora più veloce.
Queste sono state le sensazioni immediate nei giri sulle salite di casa; poi abbiamo portato la Diamante all’Etape du Tour, la vera scusa del nostro test e l’occasione perfetta per mettere a nudo il (presunto) punto debole di una bici racing come questa, cioè la comodità.
E, invece, dopo 200 km (180 km cronometrati e altri 20 per ritornare al pasta party) e 3.600 mt. D+ sono sceso dalla bici senza alcun dolore alla schiena o alle articolazioni nonostante le geometrie aggressive del telaio.
In poche parole, già montata con una coppia di ruote in alluminio è la miglior bici su cui sia mai salito, con un paio di ruote in carbonio più adeguate al livello del telaio non immagino neanche cosa sia; che sia per le geometrie o l’abilità degli artigiani italiani, mi sono bastati 300 km per demolire tutti i luoghi comuni sulle bici:
“Tutte le bici sono uguali, non vale la pena spendere 7.000 euro per una bici”
Secondo un nostro lettore, “tu pedali e lei va avanti, non pedali e lei si ferma, tutte le bici sono uguali” … è vero tanto quanto lo è per una macchina, tu acceleri e lei va, che sia una Panda o una Maserati, ma ovviamente tra una e l’altra c’è una certa differenza.
Basta guardare la torsione del telaio attorno al movimento centrale per rendersene conto; quella della Basso Diamante è praticamente nulla, quella di tante altre bici (senza far nomi) arriva anche a 1 cm. Nel primo caso, tutta la forza della pedalata finisce alla catena, nel secondo caso metà se ne va per stortare il telaio e solo l’altra metà arriva ai pedali, che significa – citando il nostro lettore – che nel primo caso la bici va tanto pedalando poco, nel secondo caso va poco anche pedalando tanto.
E poi non tutte le bici hanno la stessa stabilità e danno la stessa sicurezza in discesa.
E’ vero che la bici che ti fa guadagnare 5 minuti su una salita non è ancora stata inventata, ma è anche vero che la sensazione di leggerezza e velocità che da la Basso Diamante è eccezionale; e visto che pedaliamo tutti per la sensazione che ci da la bici, la Diamante vale tutto il suo prezzo (siamo sui 5.000 euro montata con Ultegra o Chorus meccanici e con le ottime ruote in alluminio Microtech MCT38, ovviamente a salire con ruote in carbonio e gruppi di livello superiore e/o elettronici), peraltro inferiore a quello di molte altre bici che non valgono altrettanto.
“Le geometrie racing ti spaccano la schiena”
Inutile negarlo, è una bici pensata per essere veloce, non per essere comoda, ma questo non significa che sia scomoda.
La posizione è molto schiacciata per ottimizzare al massimo l’aerodinamica, ovviamente a spese della comodità, ma è anche vero che la Basso ha inventato il Comfort Kit, un dispositivo che si monta sul tubo sterzo per rialzare la posizione mantenendo inalterata la rigidità del telaio; lo sbalzo sella – manubrio rimane notevole anche montandolo (almeno 10-11 cm), ma, come dimostra la mia Etape du Tour, la Diamante (con il Comfort kit) è comunque adatta anche a maratone relativamente estreme per un cicloturista di livello medio senza perdere niente in rigidità e precisione dello sterzo.
Sempre in tema comodità, molto buona anche la capacità del telaio della Diamante di assorbire le vibrazioni, addirittura ottima quella della Diamante SV, grazie ad un sistema reggisella integrato con una calotta in gomma che assorbe le vibrazioni senza perdere in rigidità.
Ora della fine, solo un luogo comune resiste: il Made in Italy è ancora un’altra cosa!
Durata del test: 300 km
Bici montata con Campagnolo Chorus EPS (ottimo!) e ruote Microtech MCT38, circa 7.2 kg oltre ai pedali; con Sram Red Etape e ruote in Carbonio Microtech M35 si scende fino a 6.2 kg (dato ufficiale del produttore, senza pedali e senza accessori) ed ovviamente si sale di prezzo.
Per informazioni tecniche https://www.bassobikes.com/it
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