Pochi giorni fa scrivevamo di come il mercato delle bici stia diventando molto simile a quello degli smartphone, dove l’evoluzione della tecnologia rende l’acquisto velocemente obsoleto. Sembra che adesso gli uffici marketing dei grandi marchi prendano a piene mani i casi di successo anche di altri settori, come in questo caso quello dell’auto, dove l’integrazione dei prodotti after market di maggior successo ha di fatto ammazzato mercati un tempo fiorenti come quello delle autoradio. Ed è così che Canyon ha pensato di entrare nel mercato dei ciclocomputer, sempre più evoluti e sempre più oggetto del desiderio dei ciclisti; fa ridere come l’integrazione delle autoradio nelle plance delle auto ha eliminato il fenomeno di costume della passeggiata domenicale con l’autoradio sotto il braccio, così come adesso la Canyon eliminerà l’esigenza di portarsi il Garmin al bar quando si fa la pausa caffè. La trovata di Canyon è ovviamente geniale, così come lo è stato pochi giorni fa annunciare la joint venture con Rapha per il design del telaio della squadra femminile Canyon/SRAM; che il marchio tedesco sia all’avanguardia dal punto di vista del marketing lo dimostra la scelta fortissima di vendere solo online, saltando il passaggio dei rivenditori, puntando forte sul ritorno di immagine che i team professionistici gli hanno portato. Rimane un mistero come una casa così attenta all’immagine in senso assoluto, abbia un processo di vendita online assurdo che non permette nessun tipo di personalizzazione della bici e offre tempi di consegna insopportabili, andando contro le logiche base dell’acquisto online, dove, Amazon insegna, la velocità di consegna e la personalizzazione del prodotto sono gli aspetti più importanti.
La collaborazione con Sony ha portato a questo ciclocomputer avanzatissimo su sistema operativo Android, nativamente integrato con Google Maps, Strava, Komoot, che porta, dopo la recente presentazione del gruppo SRAM wireless, verso un ulteriore sviluppo tecnologico delle bici, che presto avranno una presa USB che caricherà la centralina che gestirà tutte le periferiche della bici. Il rischio che la strada intrapresa snaturi la definizione stessa di bicicletta, mezzo meccanico essenziale che funziona senza il bisogno di alimentazione esterna, e che le case inizino a rincorrere più l’accessorio che la ricerca dello sviluppo dei componenti essenziali, come telaio, gruppo e ruote.
Il mondo del ciclismo sembra aver avuto un’evoluzione improvvisa dal punto di vista del marketing, forse riconducibile alla discesa in campo del Team Sky nel 2010, che ha aperto nuovi mercati, come quello inglese, e che ha portato ad una maggiore attenzione verso l’accessorio, un tempo trascurato. La stessa Rapha, nata nel 2004, ha cominciato ad essere diffusa massivamente dopo essere diventato partner tecnico del team di Froome e Wiggins.
Sono pronto a scommetterci, presto sul mercato la prima bici con l’ABS, è solo questione di peso e di dimensioni, e quindi di tempo.
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