Il prodotto NON è stato assunto nel contesto di una dieta sana ed equilibrata, il presente articolo non ha nessun valore scientifico e tutto quello che leggerai è frutto di utilizzo più o meno casuale del prodotto.

Quando si parla di integratori e di alimentazione, è giusto fare le dovute premesse rispetto al contesto nel quale vengono assunti, ed è giusto premettere che ho un’alimentazione sregolata, non sono un atleta, sono discretamente sovrappeso, e quindi tutto quello che dico probabilmente non ha nessun valore per altri entusiasti fruitori del prodotto.

Fatte le dovute premesse, a febbraio mi faccio convincere da Cassani a Deejay Training Center e mi informo sul Carboflow, il cui sito ha un video fatto benissimo che ti fa entrare in tutto e per tutto in pieno spirito da gara, riportandoti a quei momenti (personalmente rari, purtroppo), dove ti sembra di volare. Cedo ai maledetti uomini marketing di Enervit e compro il Carboflow, di fatto un Nesquik con potere “dopante”.

Lo prendo per la prima volta alla ‘Strade Bianche’ e la prima cosa che noto è la difficoltà di digestione: lo ‘rutto’ per le prime 3 ore, durante le quali però volo a medie decisamente sopra il mio solito. Entusiasmo. Il Carbloflow è magico. Alla terza ora svanisce l’incantesimo, crollo verticale e totale. Mi trascino al traguardo agonizzando le ultime due ore, con dolori lancinanti allo stomaco, che non mi permetteranno di mangiare ne bere niente fino alle 8 di sera, dove un’heineken in autogrill mi rilasserà lo stomaco permettendomi di ingerire il più classico dei Camogli.

Ok, prima GF dell’anno, troppo entusiasmo, colpa mia.

Seconda GF dell’anno, Diavolo in Versilia, parto piano, alla terza ora stesso crollo e stesso epilogo, con la differenza che bevo prima la birretta post-gara e riprendo forze e voglia di vivere più velocemente.

Ma non è colpa del Carboflow, mi dico, ero stanco io.

Terza GF, Mallorca. mi aspettano oltre 10 ore in sella, torno alla vecchia pasta in bianco olio/grana. Dopo una partenza sonnolenta, che da sempre mi viene data dalla digestione dei carboidrati, prendo il ritmo e pedalo più o meno sereno fino al traguardo.

Quarta ed ultima esperienza col Carboflow, novecolli: è l’ottava volta che ne prendo il via. Faccio i primi 30 km in scioltezza, con l’unico inconveniente della continua digestione del carboflow. Attorno alla quarta ora crollo, alla quinta mi ritiro, tornando in albergo in taxi.

Il mio parere? Va bene per gare di 3 ore, oltre ritorno a pensare sia meglio la pasta, che pure nelle prime ore ti imballa i muscoli e ti toglie la voglia di far fatica: per me è un CARBOFLOP.

Posted by Gio

Terzino sinistro per indole, ciclista per esigenze di salute, comincia a pedalare dopo aver sfondato la soglia dei 100 kg. Si appassiona alla bici e tenta di dimagrire per andare meno piano in salita. Ossessionato dalla tecnologia scopre Strava, dal quale sta tentando di disintossicarsi. Pedala sua una BMC RoadMachine con Campy Record EPS Disc e Bora.

2 Comments

  1. Grazie della recensione. Ogni tanto ci si fa circuire dal marketing e dai testimonials-più che mai lontani dai pedalatori quotidiani-direi che lascio perdere!

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  2. Non sono per niente d’accordo.
    Ovviamente non è una pozione magica e non trasforma un somaro in un purosangue, è un prodotto studiato semplicemente per favorire la circolazione del sangue e quindi irrorare meglio i muscoli.
    Non ti da più potenza, ma secondo me consente di risparmiare la gamba, soprattutto nei giri lunghi.
    Io l’ho provato ormai 4-5 volte, due volte facendo la cura completa e due prendendo il doppio misurino last minute ed in entrambi i casi ho notato una notevole differenza rispetto alle mie prestazioni abituali, soprattutto dopo i 200 km (distanza di per se non abituale).
    Poi sono d’accordo sull’effetto ruttino e sul fatto che su ogni organismo e su ogni modo di pedalare possa avere effetti diversi.

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