Alla Maratona non sono ancora riuscito a partecipare, sembra più esclusiva di un gran premio nel Principato. La Sportful mi sembra un calvario infinito e nonostante qualche invito, ho sempre nicchiato (per ora). Pedalare sulle strade chiuse senza dover pensare al traffico, però è l’unico modo per potersi godere le Dolomiti. Per cui era da tempo che tenevo d’occhio le date del Sella Ronda Bike Day e del Dolomiti Bike Day.
Due giornate in cui le strade di alcuni passi dolomitici sono chiusi al traffico ed è possibile godersi la maestosità di queste cime fantastiche, senza temere di essere asfaltati dalla supercar che ci sorpassa sgasando o che il motociclista sbagli a impostare l’entrata in curva con il ginocchio a terra e ci falci come l’erba che cresce ordinata lungo questi prati fioriti.
E così dopo aver battuto una serie di alberghi attorno a Corvara e Arabba, arriva l’offerta imperdibile di un hotel posto di fronte a un bike shop da cui puntiamo di prendere le ebike a noleggio per i miei 3 compagni di viaggio.
Il Dolomiti Bike Day prevede 51 Km e 1.300m di dislivello. Misure assolutamente alla portata di tutti, a patto che si arrivi un minimo allenati e non si abbiano 10 anni come mia figlia. Quindi non ci sono storie, godiamoci questo giro con tutta la tranquillità possibile senza alcun patema, se non il rischio che le batterie non siano in grado di reggere quelle distanze e quel dislivello.
Mio figlio in questo senso è abbastanza maniacale, fin dalla prima volta in cui l’ho portato sulle montagne attorno a Bormio in MTB: aggiornamenti sullo stato della carica continui e analisi in tempo reale delle proiezioni a fine giro per determinare il momento in cui terminerà la spinta elettrica. Come avere un algoritmo in continua elaborazione in tempo reale ma non nel cloud, bensì di fianco, mentre sei in fuori soglia. Big Data in versione pedalata assistita.
Scendiamo la mattina presto da Colfosco dove abbiamo pescato una fantastica quadrupla con soppalco e ci dirigiamo verso l’anello del nostro giro. Tutti emozionati per questa avventura che per i miei compagni di pedalata risulta essere il primo giro di gruppo e con un chilometraggio di tutto rispetto.
I Passi di giornata, nell’ordine sono: Campolongo, Falzarego e Valparola. Mentre le parole d’ordine sono: Eco, Sport e con voce emozionata Turbo. Il grande al secondo tornante si lamenta della velocità del gruppo e ci abbandona. Lo ritroveremo sul Falzarego dopo essere già stato sul Valparola, steso i panni e preparato tavola (tanto per citare due attività tra le più assurde a lui care…). Noi tre invece saliamo con calma, beviamo, ci fermiamo e raccogliamo i complimenti per quella che alla fine scoprirò essere una tra le più giovani, se non la più giovane, finisher dell’evento. Brava.
Sul Falzarego credo che anche lei si sia accorta di quanto sia difficile arrivare in cima a una salita così lunga. Ma la voglia di arrivare non l’ha fermata, se non per sgranchire le gambe e far passare il fastidio alla spalla, frutto di una messa in sella non da biomeccanico. Panino al bar, Coca Cola senza tabù, strüdel e via verso il Valparola e la discesa su Corvara. Spettacolo.
Chiudiamo con ancora 3 tacche. Propongo al grande una salita al Passo Gardena. Due calcoli veloci, un’attesa di 3 secondi per le verifiche in cloud: andiamo! Forse la salita più bella e appagante: pendenza impegnativa, ma tornanti che ti lasciano prendere fiato e traffico che ancora non era ripartito per la chiusura delle strade ancora attiva. Salire di fronte a certi monoliti colpisce anche il mio giovane compagno: “papà mi sento piccolo di fronte a queste montagne”. Mi parte un brivido nonostante il 10% che sto cercando di superare in piedi sui pedali e mi sorprendo che nonostante lo Stelvio, Fortnite e TikTok, riesca ancora a emozionarsi di fronte a tanta bellezza.
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