Ieri sono state pubblicate in esclusiva su Esquire i risultati delle analisi a cui si è sottoposto Chris Froome a valle delle polemiche che si erano scatenate nell’ultimo Tour de France. Per chi non si ricordasse (!), Froome ricevette sputi e insulti lungo le salite perché i media si scatenarono contro l’atleta inglese, convinti che i suoi miglioramenti e la sua velocità in salita potevano essere la conseguenza solo di nuovi ritrovati tecnologi, doping insomma.
Froome grazie a questo trattamento, ricevette anche una doccia di urina da parte di uno spettatore convinto delle proprie idee.
I risultati del test, per chi non volesse leggere il lungo articolo in inglese, sono che Froome è speciale ma anche magro. La sintesi è che il risultato del test (tra l’altro uno spottone per la GlaxoSmithKline) ha dimostrato che Froome ha un indice VO2 di 84,6 che solo i grandi atleti posso raggiungere, ma che non supera i 90, indice che sarebbe raggiungibile solo con un uso di farmaci dopanti.
Sarebbe stato interessante paragonare questi test con quelli fatti a Froome a Losanna nel 2007 quando ancora era “cicciottello” e un inesperto ciclista proveniente dal Sud Africa, ma pare che i risultati di quei test siano andati persi, o comunque non è stato possibile recuperarli. Insomma a conclusione dell’articolo i dubbi ancora non sono stati dissipati del tutto, quantomeno scientificamente.
Per chi fosse interessato a scoprire Froome sotto una luce diversa, consiglio la visione di questo video sempre sponsorizzato e ad effetto, ma molto godibile.
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