Uno dei momenti più delicati per chi lavora con prodotti e servizi web per il grande pubblico, è il rilascio di nuove versioni. Inutile fare test di usabilità, focus group, presentazioni interne, comunicazione preventiva e riti voodoo; le discussioni di come l’app fosse meglio prima e di come ora quel sito sia impossibile da utilizzare, inizieranno a piovere dal momento in cui il servizio sarà aggiornato. Vano sperare che gli utenti inizino a familiarizzare con l’interfaccia e con le novità in generale, come diceva qualcuno: “non c’è nulla di più sconvolgente del cambiamento”.
E così è successo qualche giorno fa, quando Strava ha rilasciato la nuova versione della propria app.
E’ stata fatta una petizione online per ripristinare la vecchia versione dell’elenco delle attività, il tweet di Strava è stato commentato da tanti che chiedono il ripristino di alcune caratteristiche che prima andavano assolutamente bene e che ora invece rendono l’app assolutamente inutile (ovviamente…). Insomma, è successo quello che normalmente avviene quando si lancia una nuova versione di una app: gli utenti non sopportano i cambiamenti e si lamentano come possono.
Poi però esci a fare un giro e chiedi ai tuoi compagni che cosa ne pensano della nuova versione e come risposta ti senti dire che non se ne sono resi conto: meraviglia!
Vediamo allora che cosa è cambiato.
Prima di tutto i giri nell’elenco delle attività ora compaiono non più in ordine cronologico, ma in un ordine che dovrebbe riflettere la rilevanza dei nostri interessi. Per cui per prime compaiono le attività con il maggior numero di like o di commenti e quelle degli utenti con cui interagiamo più di frequente mettendo like e commenti. Un po’ come avviene su facebook per i post dei vostri contatti. Meglio o peggio? Diciamo che anche in Strava se lo stanno chiedendo, visto che hanno aperto un questionario per recuperare le opinioni degli utenti.
Altra novità rilevante è la possibilità di scrivere post pubblicati tra le attività di coloro che ci seguono: possiamo insomma scrivere ai nostri follower raccontando i nostri giri in bicicletta o come siamo arrivati al picco di forma di questa stagione. Cosa che fino a poco tempo fa era riservata a una esclusivissima cerchia di atleti di primo piano. Insomma l’idea è che Strava diventi una app social, non più solo deputata all’analisi delle performance. Qualcuno dice che per fare questo ci fosse già Facebook o Twitter, inutile creare un nuovo strumento che comunque limita la visibilità ai propri (pochi nella maggior parte dei casi) follower.
Ciò che più ho apprezzato personalmente sono le foto che ora risaltano molto di più e rendono il giro molto più personale di quanto non fosse già prima. Inoltre la sintesi dei dati è ora più immediata con poche informazioni molto chiare e molto rilevanti: distanza, passo medio e dislivello. Per chi volesse approfondire, deve cliccare sulla singola attività e scendere nel dettaglio.
Per il resto siamo di fronte a cambiamenti estetici che rendono l’app aggiornata rispetto agli stili proposti da Google qualche anno fa, il material design che chi lavora nel campo ben conosce.
Mi sarei aspettato che fosse introdotto un filtro per migliorare la leggibilità dell’elenco delle attività, che ora raggruppa un po’ di tutto: selezionare per esempio le attività sopra una certa soglia di chilometraggio o eliminare le attività di chi pedala sui rulli o visualizzare solo quella di una specifica cerchia di amici che non per forza sia iscritta a un club. Nulla di tutto questo, peccato. Di certo ormai di Strava non se ne può più fare a meno, nonostante il nuovo feed.
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Per tutti coloro che dovessero pensare che Strava sia un “semplice” strumento da utilizzare tutti i giorni, che richieda qualche server per essere mantenuto e gestito, vi consiglio di dare un’occhiata qui: https://medium.com/strava-engineering ci sono tantissimi spunti interessanti per chi lavora nei big data e per cogliere la complessità di questo ecostistema.
Confesso che, grafica (molto più bella) a parte, non mi ero accorto dei cambiamenti.