Opinione di chi ha forato due volte, ha dovuto fermarsi tre volte a rigonfiare l’ultima camera d’aria che si continuava a sgonfiare per un difetto alla valvola, ha rischiato di essere investito da una moto dell’assistenza tecnica scivolata sul fango, si è beccato la pioggia, la grandine ed il fango e dopo tutte le soste ha battuto solo fotofinish l’operaio che smontava il palco: la Strade Bianche è una delle gran fondo più belle per mille motivi.

Primo tra tutti, le “strade bianche”, ovverossia 7 “settori” (circa 20 km in tutto) di strade sterrate, che la rendono unica nel panorama delle Gran fondo e le danno il sapore di polvere o fango del ciclismo dei tempi di Coppi e Bartali.

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Il primo settore

Ma, soprattutto, le strade sterrate danno la sensazione di essere immersi nella natura allo stato puro, che inevitabilmente si perde pedalando su un nastro di asfalto, anche se posato su una strada nel mezzo del nulla; nei miei ricordi, la strada bianca è legata al silenzio, al verde dei campi, alle colline toscane ed ai filari di pioppi … non esiste strada bianca con macchine o case che non siano cascine … insomma, la pace della MTB su una bici da corsa.

Tra l’altro, i timori della vigilia che gli sterrati potessero creare problemi di tenuta di strada o cadute, soprattutto in discesa e/o in gruppi lanciati a velocità da gran fondo, si sono rivelati eccessivi; il fondo stradale è quasi sempre liscio e compatto, per cui in pianura si può pedalare in gruppo a velocità discrete (per intenderci 31,7 km/h di media nel primo settore, 32,5 km/h nel secondo) senza aver mai una sensazione di instabilità e senza grossi rischi di forature.

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Il settore di S. Martino in Grania

Si, è vero, io ho forato due volte, ma probabilmente perché – avendo fatto anni fa l’Eroica senza incidenti – ho sottovalutato il problema; montando copertoncini nuovi (i miei avevano 3.500 km sul groppone, probabilmente a breve mi avrebbero lasciato a piedi anche sull’asfalto) ed un minimo robusti (i nuovi Vittoria in grafene o qualasisi altro copertoncino con mescola tradizionale non particolarmente esasperato) i rischi si sarebbero probabilmente ridotti a quelli di qualsiasi altra gran fondo.

In totale, su 11 “lakers”, 9 non hanno avuto alcun problema meccanico o di forature, in 2 abbiamo forato, io due volte e un’altro ben 4 volte; il fatto che chi ha forato l’abbia fatto più volte, peraltro, mi sembra che implicitamente confermi che montando copertoni adeguati il rischio di foratura sia tutto sommato limitato.

Secondo pregio inestimabile: la bellezza delle colline senesi, giustamente famose in tutto il mondo.

Ed infatti (terzo pregio) la partecipazione è folta ed internazionale, il che fa sempre piacere e di solito contribuisce a smorzare l’atmosfera agonistica dell’evento (cosa confermata anche in questo caso, forse anche per il timore reverenziale nei confronti dello sterrato).

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Mangia …

Ottima anche la scelta di un percorso di “soli” 120 km e circa mt. 1.800 di dislivello (attenzione, il dislivello ufficiale – mt. 1350 di dislivello – è clamorosamente ed imperdonabilmente sbagliata), che anche ad inizio stagione può essere affrontato senza sforzi sovrumani … un percorso che non pretende di essere Eroico, ma che consente a tutti di goderselo.

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… e bevi !

Ultimo pregio, la concomitanza con la gara dei prof, uomini e donne, che dal vivo è particolarmente spettacolare.

Senza contare il pregio “collaterale” di partire da una città meravigliosa come Siena, che da un senso all’intero week end ed anche ad eventuali accompagnatori; rispetto a posti dove il sabato non sai come tirar sera (ad esempio Gaiole in Chianti per l’Eroica, o anche Corvara per la Maratona delle Dolomiti – salvo fare un trekking non molto consigliato

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Esempio di attività collaterali pre e post gara.

per le gambe – o Cuneo per la Fausto Coppi) è tutta un’altra cosa.

I difetti, al contrario, secondo me sono ben pochi.

L’unica vera pecca è l’imperdonabile errore nell’indicazione del dislivello del percorso (il dato ufficiale è mt. 1350, quello reale attorno ai mt. 1850).

Se volessimo cercare il pelo nell’uovo, io aggiungerei il fatto che, in una gran fondo che ha come tratto distintivo le strade bianche, 20 km sono tutto sommato pochini.

Se proprio non si voleva far fare ai cicloamatori lo stesso percorso dei pro (a noi è riservato quello della gara elite donne), che forse ad inizio marzo è un po’ troppo duro, perché non aggiungere almeno il settore del Monte Sante Marie (12 km), che – oltre a correre sul crinale di colline meravigliose – avrebbe anche consentito di evitare l’unico tratto francamente brutto del percorso attuale (il rettilineo da Taverne d’Arbia a Castelnuovo Scalo).

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Scollinamento finale

Paradossalmente, non è particolarmente suggestivo neppure l’arrivo in Piazza del Campo, anche perché i vari stand ed il pasta party rimangono alla fortezza; forse sarebbe stato meglio invertire arrivo e partenza oppure tenere entrambe alla fortezza, facendo un giro turistico in partenza prima del km zero (come fanno alla GF di Firenze).

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Arrivo in Piazza del Campo

Ottima anche l’organizzazione, salvo il problemino con il dislivello.

Controllo del traffico impeccabile anche per gli ultimi e ristori essenziali ma sufficienti (per un giro di “soli” 120 km non è necessario molto); forse, visti anche gli sterrati, sarebbe stato opportuno potenziare un po’ l’assistenza tecnica.

Quanto al percorso, l’altimetria ufficiale serve a poco, in quanto – Passo del Rospatoio (3,5 km al 6%) – è tutto un mangia e bevi, soprattutto negli ultimi 30 km; a memoria, dopo il settore di San Martino in Grania ci sono almeno 5 strappi che superano il 15 %, con un picco del 22 % (dato rilevato dal mio Garmin, il dato ufficiale mi sembra sia “solo” 18 %) sulle Tolfe.

E’ ovvio che nelle gambe (e nella testa) si sentono tutti soprattutto se ci si arriva in riserva e non si è abituati a pedalare su pendenze simili; nel complesso, però, il percorso secondo me non è durissimo e questo secondo me è un grosso pregio della gran fondo.

Morale della favola, una gran fondo bellissima, a livello della leggendaria Maratona delle Dolomiti (scusate se è poco …), e soprattutto godibilissima, non essendo massacrante; è quindi prevedibile che in un paio d’anni diventi un appuntamento fisso e che, purtroppo, si rischi di esaurire i posti disponibili in una mezz’ora dall’apertura delle iscrizioni (salvo pacchetti, agenzie turistiche e solite odissee).

Un’ultima considerazione sulle biciclette.

Io ho preferito usare la mia vecchia bici (ed è questo il motivo per cui mi sono presentato con copertoncini stra-usati), per evitare rischi con le ruote in carbonio sugli sterrati e con la pioggia; molti avevano però ruote in carbonio e non mi sembra abbiano avuto grossi problemi; fatto salvo il rischio di rovinare i cerchi (che personalmente continuerei a non correre (e l’imperdonabile errore di non aver montato copertoncini nuovi),  è un percorso che si può affrontare con qualsiasi bici.

Consigliato ovviamente l’uso di copertoncini almeno 25 mm (anche il 28 mm. forse non sarebbe male).

Posted by Simo

Sono Simone Frassi, comasco, avvocato civilista, viaggiatore (www.2wd.it), delle bici mi piace tutto, l'allenamento duro, le passeggiate senza fretta con gli amici, l'oretta in pausa pranzo, gli assalti ai miei PR su Strava, le chiacchierate in sella, la ricerca di strade nuove, le gare dei pro, le nuove tendenze di stile, le gite in mtb, l'esplorazione delle città in bici; le uniche cose che non sopporto sono l'agonismo di chi alle GF è pronto a tutto per guadagnare la posizione in classifica che gli consentirà di arrivare 3.000mo e (pur rendendomi conto benissimo che non sono fatti miei) la mancanza di ispirazione chi fa sempre lo stesso giro, come un criceto sulla una ruota (salvo che si tratti di girare a 40 km/h sul circuito di Monza). Email: simo@bklk.it Strava: https://www.strava.com/athletes/807017

2 Comments

  1. […] – GF Strade Bianche – 126 km, 2.000 mt. […]

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  2. […] però, come nel mio 2016, ti capita di programmare la stagione con la Strade Bianche e la Mallorca 312 e, secondo la legge di Murphy, la settimana prima di entrambe iniziano ad […]

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