“Max scrivi un post solo per condividere quello che abbiamo visto oggi…”
Così si è chiusa la discesa in verticale dal Rifugio Riella a Pognana.

Un giro che abbiamo già raccontato su queste pagine, ma che non ci stanchiamo di condividere perché ci stupisce ancora e ci riserva qualche sorpresa ogni volta che decidiamo di salire con la Funicolare a Brunate.

Fino al piazzale del Cao saliamo chiacchierando amabilmente, con il sole che inizia già a scaldare la schiena. Entrando nel bosco verso le capanne, non ci sono tratti impossibili e mi ricordo di averli fatti anche con la Inflite di Canyon, al limite, ma pur sempre divertendomi.

Arriviamo al primo falsopiano e troviamo la neve sul sentiero. Prima sorpresa di giornata: la spolverata di inizio settimana non si è sciolta sul versante a nord. Le gomme grasse non fanno sentire il benché minimo cambio di aderenza. Divertimento puro.

Usciamo dal bosco e ci lanciamo lungo la prima discesa, dove riesco a saltare su qualche gradone facendo ingolosire Gian, che chiede la foto. Al terzo tentativo porto a casa la sua foto profilo dei prossimi mesi: “poser”!

Il sentiero dei faggi è ancora sporco e poco pedalabile: foglie morte, alberi caduti, rami spezzati e l’erosione dell’acqua mi lasciano una percezione del sentiero più pericolosa del solito, sensazione poi condivisa con Gian che mi rinfranca: non ho ancora perso la mia incoscienza da ragazzino in sella alla MTB.

Iniziano le prime discussioni rispetto a come rientreremo a Como. Downhill verso Albavilla o rientro dalla Colma? Scarto con autorità la Colma perché prevede una discesa su strada che non avrebbe senso. Gian non batte ciglio, ma la discesa su Albavilla non lo soddisfa, un po’ per la legge del contrappasso, un po’ perché punta al giro tondo.

Arriviamo al Riella lungo le ultime rampe, meritandoci torta e coca al caldo delle stufe che ci asciugano il sudore e ci riscaldano: siamo pur sempre a 1.300m e il sole non è ancora emerso dal Palanzone.

Chiedo idee al gestore per il rientro, il quale NON ci sconsiglia la discesa a Faggeto, che diventa la discesa a Pognana: “state attenti solo a certi tratti ripidi”.

Avevo in mente di godermi sentieri veloci e scorrevoli, salti, curve in velocità e accelerazioni per superare dossi. Mi ritrovo invece con il culo dietro la sella e con le mani fisse sulle leve dei freni per pinzare i dischi: “ziocaro se scende!”. Ci ritroviamo un trattorino in curva che ci impedisce il passaggio, freno al limite ma la strada è talmente pendente che la bici si ferma dieci metri dopo dove avrei voluto.

Gian mi urla percentuali senza senso: 25 – 30 – 40%. Una picchiata verticale. Strava mi dice anche 49%, impossibile.  Spuntiamo a Palanzo in un borgo senza tempo, che mi ricorda altri posti e altri tempi, sempre pinzando però perché il muro in discesa continua.

Continuiamo in fuori strada verso Pognana, su scalini dove entro in risonanza per il ritmo con cui la bici supera gli angoli retti dei gradoni. Sbuchiamo in un nuovo borgo con una chiesetta mai vista e un panorama mozzafiato sul lago. “F che beeeello!”.

In una piazzetta di paese due bambini ci guardano con gli occhi sbarrati per come siamo attrezzati e per come saltiamo tre gradini che immagino stiano cercando di superare da quando hanno tolto le rotelle, inconsapevoli che quei due con le bici grandi sono altrettanto stupiti di fronte a così tanta bellezza.

Finalmente ci buttiamo sulla strada per il rientro, una tirata finale che serve a capire quanto sia bello pedalare nei boschi e sperare di tornarci il prima possibile.

ph. Wheels&lenses

Posted by Max

Ciclista da quando è nato. Ha provato la sua prima bici da corsa nel 2015 perché si erano esauriti gli sport da lui praticabili e ne è rimasto folgorato: "posso tornare a fare sport senza soffrire di tendinopatia!", per poi tornare a soffrire sulle salite attorno al lago di Como. Lavora in aziende digitali da vent'anni e pratica anche la vela (senza soffrire). Ha una Wilier GTR 2015, una Passoni XXTi Campy Super Record + Bora e una Canyon Neuron. Scrivigli a max@bklk.it

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