Per comprare una buona bici da corsa (per intenderci … un telaio in carbonio inferiore a 1 kg, montato con Ultegra e ruote full carbon o in alluminio tipo le Fulcrum Zero) spendendo un cifra che si può ancora confessare alla moglie (diciamo sui 3.500 euro) oggi l’unica possibilità è l’acquisto diretto, on line o in fabbrica.
Le opzioni on line sono molte; solo la Canyon ha però offerte vantaggiose (le altre marche, per proteggere i loro rivenditori, applicano i prezzi di listino, quindi costerebbe più dell’acquisto in negozio), ma con tutti i problemi delle vendite via internet.
La misura del telaio, innanzitutto.
Per la scelta della taglia sul sito Canyon c’è un programmino – PPS, cioè Perfect Positioning System – che inserendo le misure (cavallo, spalle, tronco, braccia etc.) ti dice qual’è la taglia giusta.
Tutto facile in teoria, sennonché a me che ho una L perfetta (e che ho sempre avuto bici L) il programmino consiglia una M.
Chiamato il numero verde, dopo un paio di tentativi ed una decina di minuti d’attesa mi ha risposto un’operatrice con le classiche competenze da call center (le risposte alle FAQ e nient’altro); mandata un’email al servizio clienti, mi hanno sostanzialmente risposto che essendo la mia bici attuale una L con misure quasi identiche alla L Canyon, conviene rimanere su una L anche per i telai Canyon … ragionamento di buon senso, ma da un esperto mi sarei aspettato una consulenza di altro livello.
Per evitare rischi nell’eventuale acquisto sarebbe quindi consigliabile fare un test biomeccanico prima di ordinare il telaio (quindi, aggiungere circa 100 euro al budget per l’acquisto della bici).
Altro problema è la scelta di colori e componenti.
Ogni bici viene venduta in pacchetti predefiniti, che non possono essere in alcun modo modificati.
Ad esempio la Ultimate Clx 8.0 viene venduta in nero o grigio con Ultegra meccanico oppure in nero o azzurro con l’Ultegra; con la classica elasticità tedesca, se la volessi azzurra con il cambio meccanico non ci sarebbe niente da fare … se la volessi montata Campagnolo o SRAM avrei pochissime opzioni … idem per quanto riguarda la scelta delle ruote (profilo alto, medio o basso).
Addirittura, attualmente (inverno 2015/2016) non è personalizzabile neppure il pacco pignoni (viene fornito solo l’11-28), né la guarnitura (rigorosamente 36/52), né la lunghezza della pipetta del manubrio !!
Per adeguare la bici alle mie esigenze (magari anche maniacali, ma così la voglio), quindi avrei dovuto mettere in conto anche la sostituzione di qualche pezzo, che significa aggiungere altri 100 -200 euro al budget (e smontare pezzi nuovi di fabbrica).
A ciò si aggiunga che le informazioni sul sito sono davvero modeste.
Per la maggior parte dei telai, l’unica informazione è se il telaio è in carbonio o in alluminio; quale tipo di carbonio e quanto pesi il telaio spesso non viene neanche detto.
Poi le foto delle bici sono poche e fuorvianti.
Per ogni pacchetto ci sono infatti 5-6 foto dei componenti e 5-6 del telaio, peraltro nell’allestimento top, quindi spesso con componenti diverse da quelle del pacchetto (cosa che potrebbe essere molto fuorviante).
Infine, i tempi di consegna: quella che interessava a me sarebbe stata consegnata in 2 mesi e mezzo (tempo secondo me sufficiente per produrre una bici sull’ordine, con tutte le componenti richieste e spedirla da Taiwan).
In definitiva, la rigidità della proposta vanifica l’idea potenzialmente geniale (a questi prezzi) della vendita diretta, benché sarebbe stato relativamente facile, soprattutto nell’epoca slooping, dare un servizio personalizzato, eventualmente con un leggero sovrapprezzo.
Anche dal punto di vista economico, tirando le somme al prezzo (ottimo) proposto dal sito avrei dovuto aggiungere le spese di trasporto ed imballaggio (peraltro, che una società che vende solo on line addebiti al cliente le spese di imballaggio in un banale cartone è già irritante), quelli per un test biomeccanico preventivo per capire la misura giusta del telaio e/o quelli di un test per la messa in sella post acquisto, il costo di una registrata (guardando i vari tutorial, il montaggio è elementare, ma un’occhiata ad un esperto val sempre la pena farla dare, quantomeno dopo i classici 200 km) e quelli per la sostituzione di alcuni pezzi (pacco pignoni, lunghezza pipetta e i pedali, che non vengono forniti con la bici).
Considerando le spese “collaterali”, il prezzo rimane di gran lunga inferiore a quello di un eventuale acquisto in negozio, ma assolutamente in linea con l’acquisto diretto da un artigiano o piccolo produttore locale (la Hersh di Faloppio, nel mio caso).
Certamente un piccolo produttore non ha la potenza economica necessaria per fare studi avveniristici sui materiali e le geometrie del telaio per cui difficilmente può offrire prodotti all’avanguardia (differenza peraltro determinante per il top di gamma, molto marginale per telai più collaudati di fascia media), né può dare la tranquillità di pedalare su bici che hanno vinto Giri d’Italia, né può fare grossi investimenti sulla grafica delle bici.
In compenso, la Hersh mi ha dato la massima disponibilità, mi ha fatto fare un adeguato test ride, mi ha dato una valida assistenza sulle misure, mi ha lasciato scegliere sia i componenti della bici (marca, misura, materiale e colore), come peraltro è sempre stato da che si è comprata una bici da corsa, mi ha fatto personalizzare il telaio in ogni aspetto (colore del telaio, colore, dimensione e posizione dei marchi), mi ha suggerito delle ruote no logo full carbon a prezzi super concorrenziali e mi ha consegnato la bici in 2-3 settimane lavorative.
In definitiva, bici in carbonio montata Ultegra e con ruote full carbon 38 mm, 7,3 kg complessivi, rimanendo nel budget iniziale.
E’ ancora presto per dire se la scelta è stata azzeccata.
Certamente sarebbe stato irritante acquistare una bici – pur a prezzo conveniente (ma parliamo comunque di un paio di stipendi mensili di un impiegato) – diversa da quella che avrei voluto e dover cambiare pezzi nuovi di fabbrica.
E certamente, dal punto di vista filosofico, sono più contento di aver acquistato una bici italiana e da un piccolo produttore invece che da una multinazionale.
E, soprattutto, anche per quanto riguarda l’aspetto essenziale – la qualità della bici – la scelta sembra azzeccata.
Per quanto ho potuto apprezzare facendo un giretto di prova sulla bici di un amico, a parità di prezzo la Canyon ha ruote di qualità enormemente superiore a quelle della concorrenza (la Cosmic Exalith Pro Carbon su bici inferiori ai 3.000 euro sono un miraggio con altre marche), probabilmente anche perché riescono a sfruttare il loro potere di acquisto per spuntare prezzi stracciati ai produttori, ma il telaio e quindi la bici nel suo complesso secondo me è inferiore.
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