La mia #roadtonovecolli nasce con il sopralluogo dei colli che dovremo affrontare tra poche ore. Ovviamente non li avevo mai fatti, mai sentiti e mai visti se non per qualche passaggio a Pennabilli anni fa per una bellissima giornata dedicata agli artisti di strada. Dal giorno del nostro sopralluogo sento la voce di Gio che ripete senza sosta “Barbotto Barbotto Barbotto …” come pare si senta nell’attesa in griglia, lo spauracchio che tutti ripetono e fanno risuonare nelle strade affollate: “Barbotto Barbotto Barbotto …”

Quel giorno abbiamo pedalato per una settantina di chilometri salendo e scendendo dalle colline e ogni volta riprendere il ritmo per scollinare non è stata affatto facile, forse anche per “merito” della pasta allo scoglio e al fritto misto della sera prima…
L’obiettivo ovviamente era quello di girare i filmati che poi hanno costruito l’evento #roadtonovecolli insieme a Canyon, LaClassica e TheWonderfulSocks.

Il Barbotto in effetti mi ha fatto sudare non poco, si è dimostrato duro quanto mi era stato raccontato. Per fortuna in cima era il momento della piada che ci ha permesso di riprendere fiato e di affrontare il resto del nostro viaggio con le giuste energie e la pancia piena. Doppietta di rito.

Fatico ancora a ricordarmi il nome di tutti i colli, ma il Gorolo è l’altro nome che mi è rimasto in testa più di altri. Alla fine della giornata quasi al buio con la luce dell’”ammiraglia” che ci illuminava, lo abbiamo superato faticando su pendenze che mi hanno tolto il fiato.

Da allora ho iniziato la mia preparazione per arrivare a finire la Regina delle Granfondo senza pensare di fare tempi particolari, con l’obiettivo di terminarla soffrendo il giusto e portando l’esperienza maturata nelle granfondo che ho fin qui affrontato: bevi tanto e mangia quello che sai evitando torte e cibi pesanti.

Nelle ultime quattro settimane ho iniziato a salire sui passi alpini intorno al lago per preparare a dovere le gambe: la salita alla Colma da Nesso, Brunate, Pigra e la durissima salita del monte Bar una settimana prima della Granfondo, forse troppo a ridosso. In effetti mi sono trovato con le gambe dure e doloranti. Memore dei taumaturgici effetti del massaggio dell’anno scorso non mi sono fatto scrupoli e oggi mi ritrovo di nuovo con le gambe sistemate, senza dolori e dove le mie cicatrici di anni passati a calciare il pallone si sono di nuovo sistemate.

Ora dovrò solo pedalare con la “mia” Canyon Endurace che mi ha portato in fondo alle Strade Bianche, insieme a Barbara e a tutti coloro che vorranno accompagnarci in questa nuova avventura. Primo appuntamento sabato alle ore 10:30 allo stand Canyon per un giro in compagnia. Se no ci si vede in griglia 😉

Posted by Max

Ciclista da quando è nato. Ha provato la sua prima bici da corsa nel 2015 perché si erano esauriti gli sport da lui praticabili e ne è rimasto folgorato: "posso tornare a fare sport senza soffrire di tendinopatia!", per poi tornare a soffrire sulle salite attorno al lago di Como. Lavora in aziende digitali da vent'anni e pratica anche la vela (senza soffrire). Ha una Wilier GTR 2015, una Passoni XXTi Campy Super Record + Bora e una Canyon Neuron. Scrivigli a max@bklk.it

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