Secondo l’ACI, nel solo 2014 sono morti in incidenti stradali ben 273 ciclisti (quasi uno al giorno); i feriti, di varia gravità, sono stati ben 16.994.
L’ACI fa anche una statistica delle strade: “vince” l’Aurelia, davanti all’Adriatica ed alla Strada Padana Superiore.
E noi comaschi come siamo messi?
Grazie a Dio non siamo in classifica, ma forse solo per grazia ricevuta visto che le nostre strade, che per bellezza del paesaggio e tradizione ciclistica (vogliamo parlare del Ghisallo, con il suo museo, e del Muro di Sormano?) potrebbero essere il paradiso del ciclista, hanno delle perle di insicurezza.
Tralasciando la qualità dell’asfalto, basti pensare che per fare il giro del lago si è costretti, tra Lecco ed Abbadia Lariana, a pedalare per circa 3 km in una superstrada senza corsie di emergenza, per due piccoli tratti pure in galleria, e che tra Varenna e Bellano c’è una lunga serie di gallerie senza illuminazione; c’è semmai da domandarsi come non ci siano incidenti mortali ogni week end.
La soluzione, ovviamente, sarebbe una pista ciclabile tra Lecco e Abbadia, che è stata progettata nel lontano 1999 e che è tutt’ora in attesa di realizzazione tra ricerca fondi, revoca appalti per infiltrazioni mafiosi e perdite di tempo varie finchè non ci sarà la solita tragedia annunciata (che come sempre si spera capiti a qualcun altro).
Nel frattempo, peraltro, nessuno si preoccupa di mettere neppure quattro luci nelle gallerie buie di Varenna, che già hanno mietuto vittime illustri come il vincitore – incredibile – della Vuelta Chris Horner, che ha di fatto chiuso la carriera dopo un incidente in quelle gallerie.
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