Qualche tempo fa, quando mi stavo per lanciare nell’acquisto della mia prima bici da strada, decisi di cercare di capire perché passare dalla mountain bike alla strada. Non ero sicuro di fare la scelta giusta, ma avevo bisogno di rendere le mie uscite più frequenti perché sentivo la mancanza di uno sforzo fisico costante. Per quasi trent’anni, infatti, avevo praticato altri sport, dove le mie giunture e i miei muscoli potevano permettersi di subire colpi e stress che ormai non mi posso più permettere.
Ovviamente feci un po’ di domande in giro tra chi già macinava chilometri sull’asfalto e mi resi conto che in effetti ci potevo anche provare. Non ancora soddisfatto però, cercai un testo che scendesse nel dettaglio del perché dovevo iniziare una pratica che fino ad allora non avevo preso in considerazione, quasi snobbato. Senza grosse aspettative feci le prime ricerche su Amazon alla ricerca di qualche testo e tra tanti scelsi “Ma chi te lo fa fare?” di Giacomo Pellizzari, un giornalista/copywriter/scrittore che si è occupato di ciclismo professionalmente con Bike Channel.
Si tratta di una piacevole lettura di come l’autore ha affrontato i mitici passi delle Alpi: Stelvio, Mortirolo, Gavia, Ghisallo, Pordoi, Col du Galibier, Passo del Rombo e quindi le più importanti granfondo dell’arco alpino e non: Maratona dles Dolomites, Nove Colli, l’Oetztaler-Radmarathon, Stelvio Santini per citarne alcune. I racconti sono molto personali e narrano degli allenamenti, delle sensazioni e dei ricordi evocati dalla sofferenza e dalla bellezza dei paesaggi percorsi. Un approccio che mi è subito piaciuto perché non scende nell’agonismo sfrenato, e che considera il ciclismo come uno stile di vita, piuttosto che un modo per sfogare la propria anima competitiva.
Il libro ha superato l’esame anche anche di chi le granfondo le ha affrontate e superate, e non solo di chi come me ne ha sentito solo parlare (per ora). Questa una recensione semplice e sintetica presa da Amazon:
“Racconta con tanto entusiasmo la storia, le sensazioni e le “frustrazioni” che ogni appassionato cicloamatore prova quando é in sella alla sua specialissima. Molto belle le descrizioni dei luoghi e i cenni storici riguardanti le grandi classiche del ciclismo. Consigliata la lettura anche a chi non conosce questo fantastico sport.“
Confermo, libro bellissimo, sopratutto nella prima parte. Perde un pò nella fase in cui parla di Pantani, per poi ridiventare molto bello nel finale.