“Che business!”
“Solo con il sorteggio si mettono in tasca 100.000 euro”
“E l’indotto?”
“Senza contare gli sponsor”
Il boom ormai senza limiti del ciclismo, che traina manifestazioni sempre più ricche ed elitarie, dove la vera impresa è riuscire a iscriversi e non finirla, spesso spostano la discussione sull’aspetto economico dell’evento, che calpesta la passione che quasi sempre c’è dietro gli organizzatori, anche i più ricchi.
Ed è per questo motivo che iniziare un articolo che parla di questo evento parlando di soldi è un piccolo affronto per chi ha buttato il cuore oltre l’ostacolo. Ma è giusto chiuderla subito qui: è gratis, ma il mio giudizio non sarebbe diverso anche se avessero voluto la trenta.
L’evento, diciamocelo, è già da modello e fonte di ispirazione, furbo nelle premesse, di sostanza nella realtà:”Io ti offro il percorso e nient’altro, il resto cazzi tuoi”, geniale per togliersi di dosso i rompicolgioni del genere “Minchia oh, mi faccio il culo tutta la settimana e mi sono alzato alle 6 del mattino per venire qui”.
Partenza alla francese in mezzo ad una strada, dove un modulo di manleva viene scambiato alla pari con un adesivo con indicati i muri che si vede che ci organizza l’evento la pagnotta la porta a casa in qualche studio grafico, una spilla e un altro adesivo che recita il motto di giornata “Believe in cobbles”.
Si parte, un pò alla cazzo, un pò da soli, seguendo la traccia GPX sapientemente caricata sul mio Wahoo in 2 click alla facciazza di Garmin Connect. Io che non sono della zona capisco subito di essere proiettato in un universo parallelo, tra malinconici lungofiume che hanno vissuto momenti migliori, ma che col grigino di giornata trovano la perfetta cornice per una pedalata che nemmeno ci prova a pretendere di essere competitiva.
Il panorama delle bici, spesso tornasole più o meno fedele del pubblico pagante, parla di tante MTB d’annata, tirate fuori per l’occasione, qualche Gravel messa insieme con pezzi di recupero, qualche altra pagata qualche mille, ed un 30% di bici da corsa, messe in alcuni punti alla frusta forse un pò oltre. E’, decisamente, un percorso da Gravel. E se tanto mi da tanto, nel giro di poche edizioni, l’evento sarà infestato da Hypster e Radical Chic che lo useranno come passerella per combinazioni improbabili di telai, baffi e cappellini.
Al netto dell’eventuale invasione di tatuaggi e risvoltinati, arriviamo al dunque: il percorso è veramente divertente e diverso. Sopratutto diverso. Il che lo rende divertente.
Divertente ma, attenzione, mica un gioco. I muri non devono il loro nome al tentativo di scimmiottamente dell’evento dal quale prende ispirazione. Pendenze tra il 15 ed il 21 percento legittimano il suffisso che ogni settore porta nel nome. Il fondo ciotolato oltre ogni limite che possa essere definito “strada” rende il riferimento fiammingo perlomeno non eretico.
Il primo lo affronti sbruffone, pensando che per essere così duro sarà finito dopo il tornantino, ma è li che inizia. Il grip che non c’è impedisce di alzarsi sui pedali, e i BPM dicono che sei fuori tutto e la vera sfida, che in pochi vinceranno, è quella di non mettere il piede a terra.
Nessuno rompe le palle se quello davanti ne fa fermare 5, nessuno arroga il diritto di sorpasso, si tenta di non ostacolarsi e si indica la propria presenza con la serenità di una giornata dove tutti vogliono dare il proprio contributo. E lo noti al ristoro, dove nessuno chiede sali, isotonici, integratori di intelligenza o altro. Nessuno butta carte per terra, nessuno spinge. Tutti ringraziano per il pane e marmellata, che al ristoro dopo diventerà pane e salame.
Il percorso non vive di soli cobbles, ma offre scorci post-urbani di grandissimo fascino, tra centrali elettriche, ponti che neanche la gomma statunitense e ristoranti che negli anni ‘80 avranno fatto comprare la seconda casa a Curma al fortunato titolare.
Non saprei dove collocherei questi scorci se ci fossi catapultato, di sicuro non nella Lombardia delle fabbrichette.
Miracolato nell’aver ancora una bici integra, raggiungo il traguardo non senza avere nelle gambe i 18 muri di cui si compone, e presto il fianco al banchetto finale, dove il pasta party, con penette all you can eat ed una birra costa addirittura 7 euro. Mi sento in colpa e compro anche una t-shirt: pazzi, 10 euro! Mi sciacquo la coscienza mettendo 5 euro nella scatola delle offerte, ma solo di salame al secondo ristoro ne ho mangiato almeno per 10. Mi regalano ancora adesivi e 6 splendide cartoline delle foto dell’anno prima. Ah, dimenticavo, ovviamente le foto saranno pubblicate, sul sito. GRATIS.
Bene, non so neanche dove sia la morale in tutto questo. Se gli organizzatori riescono con una passione infinita ad organizzare tutto questo senza chiedere soldi ai partecipanti, non possiamo colpevolizzare chi ti chiede 50 euro per la Granfondo del prosciutto di Praga, ma credo che la vera differenza nella gestione sia nel voler presidiare le strade. E se c’è il cronometro, non puoi no farlo.
Tolte quindi le big, dall’elitaria Maratona alla mitica novecolli giusto per fare due esempi, forse il futuro per le manifestazioni minori è su questo modello. Mai più gente che lotta per la 4.000esima posizione cadrà in discesa, mai più si rischierà la pelle in partenza.
L’entusiasmo percepito all’arrivo e nei commenti degli utenti sui social è il premio che chi ci ha messo mesi di impegno merita: niente da aggiungere, BRAVI, davvero.
Bellissimo articolo.
in una foto ci sono anche io!
Ciao Matteo, quale sei?
Bellissimo articolo. Non conoscevo questa manifestazione ma quel giorno mi sono imbattuto con alcuni gruppetti che vi partecipavano. Ho sentito un grande entusiasmo ed un bellissimo spirito tant’è che ho pedalato per qualche chilometro con loro. Per l’anno prossimo ci sarò anche io.
Ciao ragazzi,
mi ricordo di aver incrociato la vostra bmc e di aver pensato.. povera bici speriamo arrivi integra… ora che lo so mi fa piacere che sia sana e salva.
L’ anno scorso non ero risucito ad iscrivermi ma quest’ anno ce l’ ho fatta e mi è piaciuta tantissimo anche con caduta annessa sul padernmuur (vabbè fa niente anche i pro cadono ahahahaha)
Credo sia un evento da cui prendere esempio.. ma sicuramente non per tutti perchè a mio parere abbastanza duro ed impegnativo. Non è competitivo ma neanche una passeggiata.
Vi seguo da un po’ ( e continuerò a farlo) perchè frequento la zona del lago di como e domani proverò le salite che mi avete consigliato ( la rovenna e palanzo) dopo aver fatto i muri della martesana non dovrei avere problemi ahahaha
ah io sono nella foto al ristoro sulla destra… caschetto giallo fluo e fisico da cinghialotto… contemplavo la bici dopo la caduta hahahaha quando si dice BELIEVE IN COBBLES
Fortunatamente è rimasta integra, confermo!
Rovenna e Palanzo in realtà sono sulle sponde opposte del lago, quindi piuttosto ti consiglio la Schignano e poi da li sali finchè hai voglia, molto meglio!
[…] giorno prima che vale anche come conferma di iscrizione, due percorsi medio e lungo. Tutto qui. Le granfondo del futuro. Partenza in modalità randonnée dalle 8 alle 9:30, firma e via. Carico la traccia al […]
Mi sono iscritto a quella di sabato, sperando in una vostra risposta. Ho su le 28mm sulla bici da corsa ma non sono rinforzate, pensate che bastino?
Si senza problemi!
[…] percorsi ma per l’intensità delle uscite: neve, pioggia, fango, polvere e due eventi che hanno messo sotto torchio il doppio manubrio di questo mezzo che in tanti ci avete chiesto di […]