Sulla carta non c’è niente di più lontano dalla mia filosofia di ciclismo di una manifestazione che ripete per 12 ore lo stesso circuito di 5.7 km; il rischio noia c’è ed in effetti “noia” è la parola che ho sentito pronunciare più spesso ai box durante le pause.

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Eppure questa manifestazione ha il suo fascino ed uno spirito che la rende completamente diversa da tutte le altre. Quello della velocità, innanzitutto; qui c’è un gruppone di una cinquantina di ciclisti che ha girato per tutte le 12 ore a 40 km/h, ti ci metti dentro e ti fai tutti i giri che vuoi a 40 km/h bello a ruota risucchiato dal gruppo senza far fatica (per dire, dati Assioma alla mano, nel giro record a 45 km/h ho fatto 185 watt medi, più o meno quanti ce ne vogliono per andare a 32-33 km/h da solo), quando sei stanco ti fermi, vai a box a riposare e mangiare con la serenità di chi sa che il gruppone è come un bus che passa ogni 8 minuti, basta rientrare in pista e dopo qualche minuto ti ritrovi nella sua pancia a girare ancora a 40 km/h finchè ne hai voglia (o, per chi la fa a squadre, finchè non finisce il turno).

Attenzione, però, non sono tutte rose e fiori: a 40 km/h anche il rettilineo del traguardo all’1% è una bella gatta da pelare e, soprattutto, se non sei nella prima parte del gruppo ad ogni giro, puntuale come un orologio svizzero, all’uscita dalla Variante della Roggia ti becchi delle frustate che ti costringono a swattate da paura per rientrare (potenza massima rilevata 865W, che peraltro non sapevo neanche di avere, per dire!).

Si certo, dopo un po’ anche volare senza fatica a 40 km/h può essere noioso, inutile dire che su 12 ore non ci siano stati momenti di noia. Per dirla tutta alla prima pausa, dopo 3 orette a 42 km/h,  ho chiamato mia moglie deciso a tornare a casa a darle una mano se mi avesse detto che la bimba piangeva, tanto qui ero convinto di aver già visto tutto quel che c’era da vedere. Grazie a Dio non piangeva, perchè rientrato in pista ho provato nuove sensazioni, un paio di giri di ri-riscaldamento nel silenzio assoluto e nel fascino ovattato della notte (meravigliosi!) mentre aspettavo che il gruppone ripassasse e poi, quando è arrivato ad una velocità più tranquilla dopo che è finita per stanchezza la bagarre delle prime ore, un paio di orette nella sensazione di assoluta sicurezza che solo un circuito chiuso e con asfalto perfetto può dare, in un loop quasi ipnotico che ha ripulito il cervello da stress e pensieri. Almeno fino alle ultime 4 ore, quando è iniziato l’ultimo turno di quelli delle squadre a 4, che hanno fatto 4 volate finali mentre noi individuali avevamo ancora 4 ore tutte per noi. E, verso le 6, l’arrivo dell’alba, un’emozione che ha portato via come un colpo di spugna tutta la fatica e i momenti di noia della notte.

E poi non sottovalutiamo troppo l’aspetto paesaggistico, dopotutto abbiamo pedalato per 12 ore in uno dei parchi cittadini più grandi d’Europa, sempre nel verde, senza sentire un rumore (suono delle bici escluso, ovviamente) … per chi vive a Milano e dintorni è grasso che cola! Che poi se pedali di notte (ed è proprio bello farlo ogni tanto), potrai anche essere sul Giau, ma non è che il paesaggio cambi molto, qui almeno sei in compagnia ed in piena sicurezza.

Gli amanti della Formula 1 si sono probabilmente divertiti anche a girare dove di solito girano le Ferrari; probabilmente sono stati sorpresi di scoprire che anche in bici si continua a smanettare sul cambio come su una F1 e che le varianti e le curve di Lesmo le devi tirare anche in bici.

Insomma, in 12 ore mi sono divertito, annoiato, emozionato ed ancora divertito; certamente, prendendola con leggerezza (cioè fermandomi ogni volta che ero stanco o stufo), mi son divertito molto più qui che in tante altre granfondo e mi sono annoiato meno che in tante altre, senza dubbio una volta ogni tanto molto meglio una manifestazione di questo genere che qualche gran fondo “normale” senz’arte né parte come ce ne sono tante (senza far nomi, ma un paio sulla punta della lingua proprio le ho).

Di certo questa 12H di Monza è qualcosa di diverso, non amerei il ciclismo così tanto se tutte le GF o tutte le uscite fossero così, ma come eccezione una volta ogni tanto è davvero bella. Contentissimo di averla fatta, così come sono contentissimo di tornare al classico domenica prossima con l’Haute Route Dolomiti (e voglio proprio vedere se il fondo dei 360 km e le swattate alla Roggia non sono stati un ottimo allenamento anche per le montagne). Non l’avrei francamente mai detto, ma inconsciamente sto già pensando a quella dell’anno prossimo.

L’unica cosa che ha messo tutti d’accordo, purtroppo, è stato il ristoro. Un pasta party prima della partenza (a cosa serve??????), un po’ di frutta e delle sottomarche del Buondì Motta sono decisamente troppo poco per chi deve pedalare 12 ore e mettere di fianco al ristoro più triste di sempre un banchetto con panini in vendita a prezzi da aeroporto non è certamente un modo elegante per risolvere il problema, soprattutto se l’iscrizione costa 140 euro.

Non è certamente per i ristori che uno sceglie un evento, che rimane comunque affascinante, ma sono sicuro che se fossi riuscito ad alimentarmi meglio mi sarei divertito di più nelle 9 ore in pista.

Qualche numero (incluso il giro di riscaldamento): 12 ore e 25 minuti totali, 9 ore e 5 min in sella e 3 ore e 20 min in branda; 63 giri fatti, per 362 km a 39,8 km/h; cadenza media 90 rpm, 152 battiti al minuto in media e 182 di picco, potenza media 152W e massima 856W, calorie bruciate 8459 (senza alcuna apprezzabile conseguenza sulla pancetta).

Qui i dati Strava; vi risparmio il Relive che – lui si – è veramente noioso.

Per questa Gran fondo ho usato: bici Hersh Speedrace, montata con Campagnolo Record, ruote Campagnolo Bora One 35, copertoncini Pirelli Pzero e pedali/powermeter Assioma di Favero Electronics. Abbigliamento BKLK by Dotout (in vendita qui), calze The Wonderful Socks, casco Catlike.

Posted by Simo

Sono Simone Frassi, comasco, avvocato civilista, viaggiatore (www.2wd.it), delle bici mi piace tutto, l'allenamento duro, le passeggiate senza fretta con gli amici, l'oretta in pausa pranzo, gli assalti ai miei PR su Strava, le chiacchierate in sella, la ricerca di strade nuove, le gare dei pro, le nuove tendenze di stile, le gite in mtb, l'esplorazione delle città in bici; le uniche cose che non sopporto sono l'agonismo di chi alle GF è pronto a tutto per guadagnare la posizione in classifica che gli consentirà di arrivare 3.000mo e (pur rendendomi conto benissimo che non sono fatti miei) la mancanza di ispirazione chi fa sempre lo stesso giro, come un criceto sulla una ruota (salvo che si tratti di girare a 40 km/h sul circuito di Monza). Email: simo@bklk.it Strava: https://www.strava.com/athletes/807017

One Comment

  1. […] pressione in pianura le gomme girano che non ti sembra neanche vero, incredibili! All’Autodromo di Monza, poi, sono andati a nozze, velocissimi sui rettilinei e incollati all’asfalto nelle varianti […]

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