“Noi ciclisti salveremo il mondo” (titolo originale “Bike Nation”), per un libro non ci poteva essere titolo più accattivante né, purtroppo, più fuorviante.
Nel solo primo capitolo l’autore – Peter Walker, saggista del Guardian – parla infatti del contributo della ciclomobilità urbana alla salvezza del mondo, sotto forma di riduzione dell’obesità, che pare essere un fenomeno molto più grave e diffuso di quanto si pensi (sorvolo sui dati numerici, che sono citati nel libro), e delle malattie cardiovascolari, che porterebbe ovvi benefici per la salute pubblica e le casse dei sistemi sanitari nazionali.
Il resto del libro è invece dedicato al “come salvare i ciclisti dal mondo” – ciclabili, ciclabili, ciclabili e ancora ciclabili, oltre a un maggiore rispetto per i ciclisti, è la risposta -, con un’analisi anche qui approfondita dei benefici portati da varie amministrazioni illuminate che hanno puntato sulla bicicletta come mezzo di trasporto cittadino … il titolo giusto forse sarebbe stato “Salvateci e noi ciclisti salveremo il mondo”.
Complimenti all’editore italiano che con questo titolo mi ha fatto comprare un libro che non avrei mai preso se fosse stato intitolato Bike Nation.
Il libro è interessante e scientificamente valido, niente da dire, pur essendo spesso un po’ noioso e ripetitivo nel portare varie esempi simili, come tutti i testi scientifici; peccato solo che il titolo mi avesse preparato a leggere qualcosa di completamente diverso da un libro sulla sicurezza stradale. Soprattutto è interessante il concetto di fondo: costruite delle piste ciclabili vere – cioè dove il ciclista può pedalare in piena sicurezza e senza intralci – e piano piano le strade si svuoteranno e le piste ciclabili si riempiranno, ovunque le piste ciclabili siano, in centro o nelle periferie più degradate.
Ora sta ai nostri amministratori locali decidere se puntare solo sulle auto o salvare il mondo!
Noi ciclisti salveremo il mondo, di Peter Walker, Sperling e Kupfler, € 17,90.
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