Ho passato anni a pensare che i prodotti sopra una certa fascia prezzo, diciamo medio alta, si facessero pagare il nome e i costi spesi per promuoverlo, che la differenza di qualità fosse nulla o perlomeno non percepibile dall’utente medio.

Questa mia convinzione è stata rafforzata quando, affacciandomi con i miei 100 kg al mondo del ciclismo e cercando la bici per iniziare, il mitico Preda, artigiano ormai credo fallito per ovvie ragioni, mi disse:”Prima di preoccuparti delle caratteristiche della bici, pensa a perdere peso”. Aveva ragione, ma non del tutto.

Ho cominciato a vacillare quando nel 2009, dando fondo ai risparmi, compro l’icona degli enduro, la BMW Adventure. Forse, qualcosa si percepisce anche in qualità, comincio a pensare.

Così 2 anni dopo cambio bici e la BMC usata mi proietta immediatamente in prestazioni differenti (nel frattempo ho seguito i consigli del Preda ed ho buttato giù qualche chilo).

IMG_9580Mi dico che il resto dei componenti non può essere così determinate per il mio livello di allenamento, nonostante il contatto tra la mia bici e l’asfalto sia assicurato da 2 Fulcrum in carbonio di medio livello.
Me lo ripetevo finché non ho provato i mirabolanti ORBIS II 3T:”Col cazzo che non cambia niente!!!”.

La coppia di proiettili in carbonio della 3T arriva con un packaging ed un allestimento che subito ti fanno annusare il livello del prodotto che hai acquistato. Li togli dalla scatola e sei subito rapito dalla bellezza del design, rigorosamente Made in Italy. Linee pulite, grafiche essenziali, praticamente nulle. Forme morbide, sganci rapidi disegnati come un oggetto da showroom. In due astucci da profumeria accessori, pattini adatti alla pista frenante full-carbon, adesivi e materiale promozionale.

Li appoggi per terra per fare la foto da mandare agli amici invidiosi e già li ami.

Belli da impazzire, che già potrebbe essere sufficiente, se paragonati ad orrendi concorrenti con improbabili grafiche racing, tutte fiamme e scritte aggressive.


IMG_9579Li monti e la tua bici sembra ringiovanire di anni, bella e orgogliosa come quando l’hai ritirata il primo giorno.

Bene, mi chiedo, è sufficiente per giustificare la spesa di 2.000€?

Per molti, diciamolo, si. Ormai anche in gruppo viene ostentato il proprio stato sociale, li dove non arrivano i WATT da scaricare in salita.

Io esigo il riscontro in strada, e ci mancherebbe altro.

Monto immediatamente copertoncini Vittoria Graphene da 25, senza i quali il giudizio sarebbe falsato, visto l’aumento di performance e sensazione di rotolamento che si portano dietro.

Esco il weekend prima della Novecolli per un ultimo allenamento con un gruppetto di amici che ne ha un po’ più di me, ai quali riesco di solito a stare attaccato sputando sangue in sangue in pianura, per poi perderli in salita.

L’effetto WOW è immediato, e arriva dalla silenziosità dei cuscinetti in discesa, e dalla morbidezza con la quale vengono assorbite le buche, pur mantenendo rigidità in fase di spinta.

La prima salita la affronto con calma, sapendo che sarà la prima di 4, e non percepisco l’eventuale valore aggiunto. Sulla seconda comincio a spingere rimanendo in sella, e la sensazione di volano che arriva dalla ruota posteriore aiuta la pedalata  a rimanere rotonda, dando la sensazione di volare. Non appena la pendenza tocca il 9% alzarsi sui pedali significa trasferire tutti i WATT a terra e l’effetto di accelerazione è immediato e aiuta a rilanciare non appena la velocità di crociera si abbassa.

Sensazioni a parte, il crono è dalla loro parte. Affronto 3 salite sulle quali il PR era attorno ai 25′, abbassando il tempo di circa 4 minuti, un’enormità! A dirla tutta, è vero che è l’anno nel quale ho la gamba migliore, e in tutte le salite avevo il treno di 3 compagni con qualcosa più di me, ma è innegabile che per una buona percentuale devo ringraziare 3T.

Cerco la controprova, tornando a casa, sullo strappetto finale di Villa Olmo, salita da prendere di slancio, dove il KOM è 39 sec ed il mio PM di 43. Strappo 41 sec, con decimo tempo assoluto e velocità media oltre i 40 all’ora in salita. Non è un caso.

IMG_9581Ultima controprova, la Novecolli, dove pedalerò i primi 30 km di pianura ad oltre 40 di media, senza fare fatica. Poco importa se sul sesto colle una piccola congestione mi obbligherà a chiamare un taxi e a ritirarmi per la prima volta in 8 edizioni.

L’accoppiata 3T/Vittoria Graphene fa volare sia la bici che il conto in banca, ma per chi se lo potesse permettere i soldi sono assolutamente spesi benissimo!

Per i dettagli tecnici, rimando al sito 3T
https://www.3tcycling.com/road/it/componenti-bici/ruote/orbis-ii-c50-ltd/

Posted by Gio

Terzino sinistro per indole, ciclista per esigenze di salute, comincia a pedalare dopo aver sfondato la soglia dei 100 kg. Si appassiona alla bici e tenta di dimagrire per andare meno piano in salita. Ossessionato dalla tecnologia scopre Strava, dal quale sta tentando di disintossicarsi. Pedala sua una BMC RoadMachine con Campy Record EPS Disc e Bora.

One Comment

  1. […] contassero solo le ruote non lo sapevo; ma, ripensandoci, la BMC Roadmachine provata con le 3T (mica robaccia, peraltro) mi ha lasciato indifferente, con le Bora One mi sembrava volasse; la […]

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