Passano gli anni e con il passare degli anni arriva la fidanzata, poi arriva la moglie, poi arrivano i figli ed anche i criteri di scelta delle gran fondo cambiano radicalmente; ad inizio marzo, nell’ormai classico dubbio tra Strade Bianche e Parigi – Nizza Challenge non si guarda più solo il percorso (perchè se si guardasse quello nessuno o quasi potrebbe competere con la Strade Bianche), e può capitare che una moglie al nono mese preferisca il sole ed il mare di Nizza alle coline toscane (a costo di essere condannati festeggiare il post gara con un branzino à la salaminchiacosa invece che con una bella fiorentina al sangue), peraltro con mia grande soddisfazione, fiorentina a parte, visto che l’anno scorso era stata bellissima e che al nono mese è già da ringraziare il cielo che si riesca ad arrivare fino a Nizza.

Poi non tutte le ciambelle vengono con il buco. Può capitare che a Siena dopo un sabato che passerà alla storia per la gara dei pro la domenica ci sia il sole e che a Nizza ci si svegli con nuvolacce nere ad altezza d’uomo che fanno chiaramente capire che il pericolo di pioggia non è scampato, ma solo rimandato di qualche minuto. Per la precisione, dei 5-10 minuti necessari per arrivare al km 3, quando non restavano che 107 km all’arrivo, eppure – nonostante le temperature siamo sempre rimaste tra i 4 ed i 7 °C – non è stata una giornata da tregenda.

Con un abbigliamento adeguato e soprattutto con un paio di copriscarpe impermeabili (che dovrebbero essere un must nel guardaroba di ogni ciclista, visto anche che una volta tanto te la puoi cavare con una trentina di euro) anche questa è andata; non è stata certo la giornata in cui nella mia vita ho sofferto di più il freddo in bici e, se proprio vogliamo parlare di clima, qui ho sofferto la metà di quello che ho patito sull’Izoard con 37 °C all’Etape du Tour

Con un abbigliamento giusto, tutto si fa, che ci sia sole o pioggia; il punto, semmai, è un altro.

L’anno scorso pedalare al sole (il primo sole ed il primo giorno in corto dell’anno) tra gli ulivi ed i villages perchées (traduco per chi non fosse avvezzo al francese e ai francesi: villaggetti su cocuzzoli come in Italia ne abbiamo a centinaia, che i cugini francesi tentano in tutti i modi di venderti come se fossero l’ottava meraviglia del mondo) illuminati dal sole della Costa Azzurra era stato una meraviglia; talmente bello che – visto anche che non c’è classifica – prima di rientrare a Nizza ci eravamo fermati mezz’oretta a chiacchierare nel piazzale vista mare dell’ultimo rifornimento, come i vecchietti che fanno durare tutto il pomeriggio il bicchiere di bianchino ordinato alla bocciofila.

Con la pioggia, quest’anno gli ulivi e la macchia mediterranea sono diventati monocolor nebbia, al rifornimento l’unico pensiero era tirare a casa le chiappe prima che il tempo peggiorasse e la vista mare sul mare era quella della foto qui sotto.

Quindi si, l’ho fatta, anche senza soffrire il freddo, ma perdendo completamente il meraviglioso spirito da rimpratriata dopo l’inverno che l’anno scorso, grazie anche ad un percorso bello paesaggisticamente e impegnativo il giusto (110 km e circa 1,800 m. D+, senza salite particolarmente dure), aveva reso la Paris Nice Challenge una meraviglia; certo, molto meglio che pedalare sui rulli (con o senza Zwift, che mi rifiuto di provare), ma è rimasta pur sempre bella quanto un week end al mare sotto la pioggia. 

Peccato, perchè questa manifestazione ha davvero tutto per essere meravigliosa: una bellissima città di partenza dove (caso più unico che raro per me) è bello tornare anche di anno di anno, un clima che di solito è meraviglioso (Burian permettendo), un territorio con tantissimi bei percorsi possibili, dove è facile trovare un percorso nuovo ogni anno per rendere sempre nuova la manifestazione, una partecipazione internazionale e lo spirito rilassato delle gran fondo d’oltr’alpe.

Insomma, una bellissima ciambella uscita quest’anno senza il buco per colpa della pioggia; non resta che sperare che l’anno prossimo la Paris Nice Challenge torni ad essere la corsa del sole (come lo è stata l’anno scorso) e che – visto che questo percorso l’ho già fatto due volte – come da tradizione per qualsiasi corsa a tappe cambi anche il percorso dell’ultima tappa e gli organizzatori ci portino quindi alla scoperta di posti nuovi (ed altrettanto belli).

E comunque, sfottò a parte, io amo la Francia … #Ilovenice

Qui il link a Strava della pedalata.

 

Per questa Granfondo abbiamo utilizzato:

Bici Hersh Speedrace, montata con Campagnolo Record, ruote Bore One 35 e copertoncini Vittoria Corsa Graphene.

Abbigliamento Dot Out Bodylink Jacket, casco ed occhiali Dot Out, copriscarpe Etxeondo (che mi avevano già salvato la Mallorca 312 e mi hanno salvato pure qui).

Le foto, come sempre quando sono belle, sono di Sportograf.

 

Posted by Simo

Sono Simone Frassi, comasco, avvocato civilista, viaggiatore (www.2wd.it), delle bici mi piace tutto, l'allenamento duro, le passeggiate senza fretta con gli amici, l'oretta in pausa pranzo, gli assalti ai miei PR su Strava, le chiacchierate in sella, la ricerca di strade nuove, le gare dei pro, le nuove tendenze di stile, le gite in mtb, l'esplorazione delle città in bici; le uniche cose che non sopporto sono l'agonismo di chi alle GF è pronto a tutto per guadagnare la posizione in classifica che gli consentirà di arrivare 3.000mo e (pur rendendomi conto benissimo che non sono fatti miei) la mancanza di ispirazione chi fa sempre lo stesso giro, come un criceto sulla una ruota (salvo che si tratti di girare a 40 km/h sul circuito di Monza). Email: simo@bklk.it Strava: https://www.strava.com/athletes/807017

4 Comments

  1. complimenti ! bello il resoconto e le foto !

    Rispondi

    1. Grazie!
      Come sempre i complimenti per le foto vanno a Sportograf.

      Rispondi

  2. […] scollinamento (ed eviti di chiedere 100 volte agli altri quanto manca). Prendiamo ad esempio la Paris Nice Challenge, dove (come in tantissime altre gran fondo) inizi a salire e scendere per le colline finchè non […]

    Rispondi

  3. […] come si chiama il suo omologo francese), ma per altre GF (penso ad esempio alla Mallorca 312 o la Paris Nice Challenge, dove dopo il terzo saliscendi non capisci più se sei alla fine della terza salita o […]

    Rispondi

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.