Ponte di Legno, sabato 8 luglio, ore 8.30:
Ritrovo al bike village per salire al Gavia con Alessandro Ballan, io in bici da corsa e mia moglie con una mtb a pedalata assistita, così può sfruttare il motorino per portarsi avanti – con il dovuto rispetto mentre supera Ballan, che non è mica uno dei fenomeni da CRAL fantozziano con cui mi vede uscire il sabato mattina – e fare qualche foto.
Si parte e molto signorilmente Ballan si lascia sfilare, comincia la salita con l’ultimo e piano piano risale il gruppo, pedalando un paio di minuti con ciascun partecipante.
Noi intanto andiamo avanti e incontriamo un padre ed un figlio, Paolo di 10 anni, che pedalano poco sotto Sant’Apollonia … qui è già dura, mica male per un ragazzino di 10 anni su una mtb che peserà come 2 delle nostre bici da corsa.
Io passo via incitandolo velocemente, l’istinto più materno di Pardis invece la fa fermare per fargli un po’ di foto. Io intanto passo S. Apollonia, passo le due rampe dopo il pianetto, attraverso il bosco, arrivo ai tornanti con vista sull’Adamello dove mi ero già fatto mentalmente l’inquadratura della foto dei miei sogni e ancora non c’è traccia di lei alle mie spalle; d’altra parte quì è tutto stupendo, ogni metro merita una foto e forse ha preso alla lettera le mie raccomandazioni.
Visto che la gamba gira me ne faccio una ragione e supero gli altri 2 – 3 tornanti su cui si può tirare un po’ il fiato, la strada diventa quasi un single track asfaltato strappato a stento alla montagna (per me, i 5 -10 km di strada asfaltata più bella del mondo), a quest’ora non sono ancora arrivate le moto e quindi posso iniziare il drittone godendomi il silenzio e i colori limpidi del mattino.
Alle mie spalle intanto mia moglie sale spedita sulle rampe al 13% incitando sorridente chi suda anche per lei … fortunatamente la maggior parte capisce che è sorridente e non irridente, per cui riesce a scamparla senza beccarsi in testa qualche borraccia dagli haters della pedalata assistita.
Per me arriva anche l’odiosa galleria, arriva il Lago Nero, che con i riflessi del sole di primo mattino non mi è mai sembrato così bello.
Un chilometrino più sotto, Ballan raggiunge mia moglie (un gioco da ragazzi per un campione del mondo), scambia quattro chiacchiere e le da qualche consiglio che lei incredibilmente ascolta (un’impresa anche per un campione del mondo).
Io intanto arrivo all’ultimo tornate, inizio ad arrancare e a fare conti alla rovescia con il computerino e l’altimetro e all’ultima curva arriva anche Ballan, quanto basta per l’ultimo scatto ed avere l’onore di arrivare al GPM con lui.
Qualche minuto dopo arriva anche Pardis, tutta sorridente, con tutta la bellezza selvaggia del Gavia negli occhi e 150 foto nuove nella memoria del telefono, peraltro tutte belle (colpa mia, avrei dovuto specificare che nelle foto dovevo esserci anch’io).
Mentre aspettiamo gli ultimi, comincia il carosello dei selfie con Ballan.
Bello fare la foto con lui e altrettanto bello guardare lo spettacolo … se uno non guardasse le pancette, penserebbe che il campione sia l’altro e che sia lui quello onorato di far la foto con noi; ed è anche sorprendente – per quanto ovvio, se uno ci pensa – scoprire che il campione che eravamo abituati a vedere al termine del Fiandre o della Roubaixcon l’espressione massacrata da 250 km di pavè (e dalle domande dei giornalisti RAI) in condizioni normali sia una persona molto gentile e sorridente.
Tra un selfie e l’altro, intanto, arriva in cima anche Paolo … e io che pensavo che si fermasse a mangiare la polenta a S. Apollonia!
Tanto di cappello, non so se a 10 anni sia giusto fare uno sforzo simile, ma tanto di cappello davvero; il sorriso che Ballan ha nella foto ricordo con noi lo sfodero io ora per dargli un 5 meritatissimo che lui ricambia con uno appena appena accennato.
Sabato, ore 14.30:
Dopo pranzo, ritrovo sempre al bike village per una pedalata per famiglie lungo la Ciclovia dell’Oglio, da Ponte di Legno a Edolo e ritorno
Nessun problema per l’andata (e quando mai si hanno problemi in discesa?), al ritorno invece ci sono 2-3 strappi che arrivano fino al 17 % per tornare a Edolo … originale la scelta del percorso per una ciclabile per famiglie!
Non sono peraltro solo le famiglie ad essere in difficoltà su queste rampe; aggiungiamo che fa un caldo boia, che il paesaggio non è niente di particolare per chi ha ancora il Gavia negli occhi e che tra Gavia e ciclabile siamo in sella da 10 ore … bello, ma non bellissimo.
Sabato, ore 19.30:
Grigliata e polentata al bike village, non il cibo migliore da un punto di vista sportivo, ma quello più adatto all’aria di montagna … ottima scelta.
Domenica, ore 9.30:
Nuovo giorno, nuova gita, nuova campionessa e nuova bici; bici in test al bike village e si va in mtb con Paola Pezzo, due volte campionessa olimpica e due volte campionessa mondiale. Funivia fino al Passo del Tonale e poi pedalata lungo il sentiero dei forti, sempre in mtb ed emtb.
Pronti, via e sulla rampetta in discesa al primo metro (oggettivamente ripida e difficile per chi non ha confidenza con la bici) Pardis cade; se il buon giorno si vede dal mattino …
Fortunatamente il resto della gita è su comode strade carrozzabili nei boschi, alla portata di tutti, anche perchè l’itinerario viene modificato strada facendo secondo l’abilità dei partecipanti; si pedala, ci si riempie i polmoni di aria fresca, ci si gode il panorama sull’Adamello e si visitano i forti della Prima Guerra Mondiale.
Ora di sera, non ho mai sentito mia moglie dire la parola paradiso tanto come in questi due giorni; anche questa volta, come a Berlino, quella che si è divertita di più andando in bici mi sa che è stata lei (e non che io non mi sia divertito, sia chiaro).
Anche questa volta, missione compiuta!
Bella comunque la formula dei Ponte di Legno Tonale Bike Days.Tanti eventi, nessuno impegnativo come una gran fondo, ma la possibilità di provare tante cose diverse (c’era anche la downhill, per chi voleva), due giorni (al fresco) dedicati interamente alla bici senza fare troppa fatica.
Per informazioni sull’evento: www.pontedilegnotonalebike.com
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