Articolo leggero e superficiale sulla limitazione delle nostre libertà ai tempi del corona virus.
Mi sveglio al mattino senza un criterio particolare, il primo appuntamento è alle 9, chiamata di gruppo con l’ufficio. Spesso lo faccio senza aver ancora lavato i denti, il caffè durante, la colazione dopo. Sono in tuta, forse in mutande.
Il cliché è sempre lo stesso, io che tento di fare una premessa semi seria, un punto rapidissimo sui progetti aperti, in ordine di scrivania. Riccardo che aspetta notizie dal suo Angelo custode, Alberto e Lorenzo a telecamere spente, riservati come quando sono in ufficio. Matteo timido, Riccardo non ci dovrebbe essere, Vittorino che non tiene a bada il colesterolo. Bobo con il suo pergolato che sembra in baita, Gabriele con effetti speciali, Marco che è qua da un mese e già fa le call da casa di Marta, che nel frattempo è in ospedale perchè ha menato il figlio. Simone che a Natale gli regaliamo un nuovo copripiumone, Gianni con microfono che gracchia e Luca che ‘Inter merda’.
Sono le 9:30, sono sveglio da 31 minuti e ho già fatto una riunione con altri 13. Nessuno ha perso treni, pagato pedaggi, fatto coda in tangenziale. La ceci salta sul divano davanti a me. “La vedo troppo poco, cosa facciamo a fare i figli per farli crescere agli altri”. Niente di tutto questo, ventiquattr’ore su ventiquattro. La difficoltà maggiore è capire con quale strumento sarà la prossima call. Zoom webex skype hangout teams. Ricordarsi di mettere in muto il microfono se parli con chi hai in stanza. E quella che siccome è figa è comunque truccata ed è l’unica con la webcam accesa e fanculo se poi la voce gracchia. Con quell’orsacchiotto sul letto dietro di lei starà mandando dei messaggi?
Sono le 10, sto lavorando esattamente cose se fossi in ufficio, forse di più, forse meglio.
Cafferino, dalla moka. Comincio ad avere fame. C’è quinto, la miglior pizza a Como dal 1929, che si è ingegnato ed ha una chat gestita con whatsapp business per raccogliere gli ordini. Mi faccio un ragù fatto in casa che in questo periodo voglio imparare a farmi da mangiare. Lo giro ogni tanto mentre lavoro.
“Papà, Gianni Piccino!”
Arriva il corriere che mi ha portato le Toniche organiche della Red Bull, che va bene la carestia ma la sera non puoi non staccare con un Gin Tonic. Poi Amazon, che quella roba la volevo da sempre ed ho trovato il prezzaccio. Chissà mai che non ne veniamo fuori, almeno lo sfizio me lo sono tolto.
Dopo pranzo che bello era farsi la pennichella? Taaac, pennichella.
Per merenda arriva amoruccio con il gelato ordinato su Deliveroo, altra call, poi arriva l’ora d’aria: Meetup su Zwift con chat vocale parallela su Discord. Tutto perfetto, come essere li, se non fosse che gli auricolari di Max da 3,99 € te lo fanno sentire su Marte.
Mi sono disegnato un avatar che è come vorrei essere, senza dieta, senza C9 a base di aloe. Bello e scolpito. Ho detto io il mio peso, e nonostante mi ricordino di non barare…qualcosina…tanto chi mi vede?? Si può stare in gruppo e chiacchierare sempre, senza dover aspettare il tratto senza traffico, senza nessuno che suona senza che “Dove cazzo devi andare? Cazzo suoni, troia? Vaffanculo tu e il tuo SUV di merda”. Niente strage dei ciclisti, niente incidenti, niente asfalto che devi fare lo slalom tra le buche.
C’è anche l’elastico, che per stare in scia non devo tirarmi il collo. C’è che arrivo primo in cima a Boxing Hill, c’è che è bello pedalare senza che le ginocchia tocchino la pancia!
Ogni giorno, almeno un’ora, e la gamba gira come non mai, l’FTP è ogni giorno più alto, l’endorfina mi fa scendere dai rulli che non mi ricordo che il mondo là fuori è più difficile del solito.
House party per l’aperitivo di gruppo, che tanto non cambia niente tanto anche al bar ormai guardiamo lo schermo e non in faccia la gente. Tutti urlano, nessuno ascolta. Come al bar.
La cena che arriva con clicca il pomodoro, Netflix o Pornhub che adesso è anche diventato gratis.
Non sono stato nel traffico, ho passato tutto il giorno con mia figlia, non ho perso tempo per cercare quello che volevo nei negozi; a casa, servito e riverito.
Le restrizioni alla nostra libertà che in molti mal sopportano, non sono forse la conquista dei diritti che tutti volevano da anni? Orari flessibili, Smart working, più tempo in famiglia.
Non è forse questa la vita che sognavi da bambino?
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