Tutte le volte che si avvicina la Re Stelvio, il primo pensiero è che non vale la pena iscriversi ad una gran fondo per fare solo 20 km, che per di più è cara in proporzione alla distanza e la maglia del pacco gara tradizionalmente fa schifo (quella di quest’anno non so come sia, ma il timore che ci sia su il simpaticissimo scoiattolo del volantino mi da un brivido), che lo Stelvio posso farlo da solo senza iscrizioni, attese in griglia etc.; tutte le volte che l’ho fatta, sono rimasto entusiasta.
E’ vero che son solo 20 km e che per far lo Stelvio non è necessario il supporto di un’organizzazione, ma è anche vero che la Re Stelvio è l’unica occasione (Stelvio Santini a parte) per fare lo Stelvio senza macchine, camper, navette per sciatori e soprattutto senza moto che staccano ogni tornante al limite (della curva e del ciclista) e “aprono” dopo la curva facendo un casino da autodromo è tutta un’altra cosa.
Essendo l’intero percorso nel Parco Nazionale dello Stelvio, togliere macchine e moto vuol dire silenzio assoluto; anche la strada, che oggettivamente è di largo scorrimento, senza le macchine sembra che si confonda tra i prati e la montagna, cambiando completamente le proporzioni tra natura e intervento umano.
E poi si, sono solo 21,5 km, ma ogni singolo metro – tolti i primi 500 metri all’uscita da Bormio, se proprio vogliamo fare i pignoli – è bellissimo; non c’è alcun momento morto, nessun tratto di trasferimento, nessun tratto noioso (e nessun rischio di caduta).
La partecipazione di tanti ex campioni Mapei, poi, ovviamente non guasta.
E poi diciamocelo, una volta tanto fare una gran fondo che non ti massacri è un piacere; uno si fa la sua pedalata, arriva in cima, si cambia, mangia (pasta party tra l’altro sempre ottimo), si gode il fresco dei 2.700 mt. e il panorama, prende il sole finchè ne ha voglia, passa una bella giornata in montagna e torna giù più tranquillo e riposato di quand’era partito.
L’idea di una giornata simile mi sembra di gran lunga più affascinante del programma che ti riserva la Stelvio Santini (che tengo a precisare di non aver mai fatto e di non aver alcuna intenzione di fare neanche in futuro) … certo, la Santini ha il sapore dell’impresa, ma non vedo che senso abbia scendere da Bormio a Tirano per strade abbastanza insulse, ammazzarsi di fatica sul Mortirolo e ritornare a Bormio per iniziare lo Stelvio .. quando ben comincia il bello sei talmente stanco da non goderti nulla di quello che hai attorno e probabilmente ti rimane solo la forza per fare un angosciante conto alla rovescia, metro per metro, della distanza alla vetta e sputare l’anima per arrivare in cima.
E’ vero che il ciclismo è anche fatica, ma non è che non ci si diverta se una volta tanto non si arriva a casa piegati in due dalla fatica !
Per me (e spero lo sia per tutti) il ciclismo è anche piacere dei paesaggi ed alla Re Stelvio, se non si sale per “fare il tempo”, ce lo si può godere al 100 %; dubito che chi è arrivato sfatto alla fine della Santini possa dire lo stesso … tra le due, io non ho dubbi su quale scegliere, anche se in tutta sincerità alla Santini invidio molto l’arrivo tra due muri di neve.
Per quanto corta, lo Stelvio rimane comunque lo Stelvio … per chi non avesse la fortuna di abitare in zona, scalarlo è comunque un’impresa ed un grande piacere.
Chi poi volesse concludere la giornata in bellezza alle terme di Bormio, avrebbe la mia piena approvazione; consideri però che dopo uno Stelvio in bici il corpo rimane molto più disidratato di quanto si possa pensare e che le varie saune, bagni turchi e piscine termali diventano un po pesanti (o addirittura rischiose, se non si fa attenzione alla reidratazione).
Quest’anno purtroppo la Re Stelvio – Mapei Day sarà il 10 luglio, in concomitanza con la Fausto Coppi e l’Etape du Tour, per cui noi non ci saremo; ma non è per niente detto che faticando sulla Madonna del Colletto o morendo di caldo nella pianura cuneese si rimpianga una Mapei Day a misura d’uomo.
E’ sempre una festa
Brava, proprio una festa.
Facendo lo Stelvio, comunque, che non è proprio una scampagnata fino al bar.