Ci sono innovazioni che hanno cambiato il modo di vivere uno sport perché lo hanno reso molto più semplice, accessibile e soprattutto divertente. Mi viene in mente lo sci carving una decina di anni fa, che mi ha portato a pennellare curve e raggiungere velocità che mai avrei sognato. Oppure per stare in tema, i dischi sulla mountain bike abbinati alle sospensioni, per cui le discese sono diventate molto meno ripide e accidentate. Penso anche ai campi di calcio in sintetico, grazie ai quali le partitelle tra amici, ma anche la partita di campionato amatoriale, sono diventate un puro gesto tecnico e non un continuo schivare buche e pozzanghere d’acqua dove la palla prendeva direzioni inaspettate che rendevano il gesto tecnico spesso inutile e lo sport del calcio una specie di danza del liscio.
Così quando mi hanno detto che avrei provato la prima coppia di ruote in carbonio sulla mia Wilier, l’aspettativa era molto alta: l’aggiornamento più adatto per migliorare la performance di una bicicletta, un game changer, l’upgrade definitivo! Stavo per passare da una coppia di ruote in alluminio Campagnolo Zonda con cui avevo già percorso circa 3000Km ad una coppia di Vision Metron 40.
Le Zonda sono ruote che hanno successo dove il meteo non è così clemente come dalle nostre parti. Si tratta di ruote molto affidabili e veloci che consentono di ottenere ottime performance senza dover spendere cifre importanti. Il costo varia molto perché è un prodotto molto popolare, passa da €400 a €600. Il mio pusher dove le acquistai tempo fa prima della Brexit, le vende a €430, con la versione aggiornate del 2017 a €510.
Perché proprio le Zonda? Perché con 5 stelle di 1.600 (!) giudizi dei clienti Wiggle è come se Peter Sagan mi dicesse vai e compra. Scorrendo poi i testi, le lodi si sprecano e i problemi non esistono: scorrevoli, leggere, affidabili, resistenti e anche belle, esattamente quello che cercavo per sostituire le ruote con cui ho ricevuto la mia Wilier.
Con le Zonda ho fatto le mie prime granfondo, hanno viaggiato a Mauritius, le ho portate in Spagna per la Mallorca312 sotto la pioggia iniziale dove in tanti si fermavano a sostituire i copertoni bucati, alla Stelvio Santini dove il GPS mi dice di aver toccato i 90 Km/h in discesa verso Tirano, quando le mie gambe ancora giravano…. Vero è che in una delle prime uscite sono finito in una buca in galleria che ha provocato sia la foratura sia una deformazione del cerchio, che è poi stato sistemato dal meccanico, ma credo sia stato un problema dovuto alle dimensioni della buca, non al cerchio.
Insomma una ruota che mi ha dato sempre molta sicurezza e per quanto poco possa capirne anche la velocità che cercavo: il classico prodotto di chi cerca un buon rapporto qualità/prezzo che abbinato alle Vittoria Corsa G+ raggiungono livelli di performance altissimi.
Grazie a Vision da luglio ho avuto la possibilità di provare le Metron 40, con cui ho completato L’Etape du Tour e la Prudential Ride London, percorrendo altre migliaia di Km sulle strade del lago, con l’attesa dell’effetto “carving”: ritrovarmi con un mezzo in grado di darmi nuove sensazioni e capace di regalarmi doti tecniche che altrimenti avrei impiegato anni a maturare.
Le Metron 40 sono delle ottime ruote in carbonio, molto rigide, qualcuno dice tra le più rigide sul mercato. La coppia pesa circa 250g in meno delle Zonda. Ho usato delle ruote in versione tubolare che garantiscono una leggerezza ancora più spinta, grazie all’assenza della parte dove il clincher si fissa sulla ruota. Tubolare che meriterebbe di per sé un post, ma in sintesi un prodotto di alta gamma non necessario per chi come me della bicicletta cerca la parte meno agonistica. La scelta dello pneumatico è caduto su un affidabile Tufo carbon tubolar che non ha mai subito forature e si è dimostrato affidabilissimo, forse a scapito della scorrevolezza. In futuro proverò a montare dei Vittoria in grafene che ormai considero come punto di riferimento quando si tratta di abbinare scorrevolezza e affidabilità.
Le ruote esteticamente sono molto belle, tra l’altro la versione bianco e rossa si abbina perfettamente con i colori della mia Wilier GTR. Fin dal primo momento ho apprezzato la sensazione di rigidità morbida, per cui il superamento di buche e asperità del terreno avviene in maniera decisa ma edulcorata da una morbidezza longitudinale superiore, a tutto vantaggio del piacere di guida che risulta meno stressante per mani e braccia. Alzandosi sui pedali sono riuscito a percepire come la bici sia effettivamente più reattiva e scatti in maniera decisa trasferendo la forza dalle gambe ai pedali senza dispersioni laterali inutili. Per dirlo in parole povere la ruota è rigida lateralmente e in grado di assorbire i colpi dal basso verso l’alto e quindi dal terreno verso il manubrio.
Ciò che non mi ha convinto è la scorrevolezza della ruota in discesa e in generale quando smetto di pedalare. I mozzi mi pare non siano così fluidi come quello montato sulle Zonda. Sensazione che mi ha portato a testare la mia velocità di pura inerzia con i compagni di viaggi. Vero è che la sensazione è andata via via diminuendo con il passare dei chilometri, forse per un effetto rodaggio che ha migliorato lo scorrimento dei cuscinetti del mozzi.
La frenata, che in molti casi risulta essere la parte debole delle ruote in carbonio, l’ho trovata sempre precisa e affidabile, quantomeno sull’asciutto. Sul bagnato occorre sempre una pinzata decisa per rimuovere l’acqua per poi trovare il grip necessario per frenare. Solo in un’occasione mi sono trovato senza freno posteriore in discesa, in quel caso l’acqua a secchiate e un cavo non troppo teso hanno giocato un ruolo decisivo.
Qualche giorno fa, ho rimesso le vecchie Zonda e non è stato proprio come tornare ad allacciare gli scarponi su vecchi sci stretti alti più di 2 metri senza sciancratura. Tutt’altro sembrava solo di aver cambiato qualche particolare come la mescola della soletta o la curvatura delle lamine, ma l’effetto “carving” non c’è stato.
Da buon amatore da poco arrivato in questo mondo, penso che la ruota in carbonio sia un bellissimo e costoso gadget adatto a chi è in grado di percepire, ma soprattutto, utilizzare a proprio vantaggio la leggerezza e la rigidità del carbonio, perché in grado di spingere forte sui pedali lungo una salita o in un tratto di pianura. Per tutti gli altri che, come me, si divertono alle granfondo più per godere della chiusura del traffico e del paesaggio che attraversano, penso che possano risparmiare qualche centinaio di euro comprando un buon paio di ruote in alluminio abbinando degli ottimi copertoncini. Si tratta ovviamente di impressioni condizionate da mille fattori, per questo trovate il dettaglio del materiale che ho utilizzato per provare le ruote. Vero è che con i miei vecchi scarponi quando sono sceso per la prima volta con degli sci sciancrati, le sensazioni non mi hanno lasciato dubbi: mai più senza! Con le ruote in carbonio invece si può stare anche senza.
Tipo | Materiale | Peso | Pneumatico | Dim Pneum | Peso Pneum |
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Vision40 | Carbonio | 1.350g | Tufo HI-Composite Carbon | 25″ | 260g |
Zonda | Alluminio | 1.550g | Vittoria Corsa G+ | 25″ | 265g |
Sono d’accordo.
I cerchi in carbonio obiettivamente sono più comodi e veloci ed oggi non danno neppure grossi problemi in frenata; un bel vantaggio, ma anche secondo me le vere rivoluzioni sono altre.
Io penso che il ciclismo sia un contenitore di moltissime discipline differenti.
Quando ci si dedica a percorsi tortuosi e in salita una ruota leggera e a profilo basso, molto maneggevole, fa la differenza.
Allo stesso modo vi assicuro che una ruota in carbonio ad alto profilo( da 40 mm a 80) nelle corse a circuito dove le velocità sono sempre sopra i 40 km orai , fa la differenza.
È sulle alte velocità che l’effetto volano e la scorrevolezza di un buon cuscinetto da i suoi benefici.
Io personalmente penso che una coppia di ruote , scelta in modo mirato, possa essere uno dei componenti meccanici che davvero può dare qualcosa in più ad una prestazione ciclistica.
Ciao Max, ho le Vision Metron 55 e le trimax 30 e anche le t30 modello precedente.
Posso dire che per quanto riguarda Vision, ci sarebbe da imputare la mediocre scorrevolezza dovuta ai cuscinetti non proprio scorrevoli appunto.
Da quando ho installato cuscinetti SKF (i codici per le Vision sono 61803 e 61903), le cose sono cambiate in meglio. Poi Vision all’estrema destra del corpetto ruota libera ci mette uno spessore rosso che a mia detta, serve solo per fare attrito e basta, quindi io l’ho tolto e le ruote girano meglio.
Saluti Ciclistici.
Ciao Francesco – grazie della dritta! Io nel frattempo sono passato alle Bora One 35 e posso dire che non ci sono paragoni, anche perché con il copertoncino mi trovo molto meglio a livello di sicurezza e comodità. Per non parlare appunto dei cuscinetti.