Nel 2014 avevo partecipato alla Milano – Sanremo partendo dall’ultima griglia; arrivato sono arrivato, ma che fatica … come con tutte le ciambelle venute a metà, mi è rimasta la voglia di rifarla partendo davanti.
Un sabato di novembre, durante il tipico giro autunnale a base di tante chiacchiere e pedalate tranquille con Guido, Guido, Giovanni il discorso ricade sulla Sanremo … lo stesso pomeriggio ci coordiniamo e compriamo on line quattro pettorali gold, quelli un po’ più costosi (70 euro) che ci danno la garanzia di partire in prima griglia.
Purtroppo alla fine saremo solo in due a partecipare, Guido e Giovanni sono costretti a rinunciare.
Mattina del 5 giugno … sveglia all’alba e colazione alle ore 4.30.
Partenza alle 5.00 da Como destinazione Pieve Emanuele Atahotel Ripamonti dove ci attendono altri 1100 cicloamatori pronti al via; ci accompagna in auto Sumanta, cittadino dello Sri Lanka con passato da cicloamotore che seguirà in auto la corsa per assicurarci supporto.
Alle 7.00 in punto la partenza della griglia gold composta da 250 atleti si muove rapidamente. Seguo i consigli di Guido (quello assente) e subito pedalo forte per portarmi in posizione di riparo dietro ai primi 30/40 corridori.
Partire in prima griglia è tutta un’altra storia. I primi trenta/quaranta corridori sono performanti e se riesci a metterti alla loro ruota va via liscio senza strappi fino ad Ovada (120 km). Guido mi segue a ruota. Manteniamo la posizione e la sensazione di partecipare ad una corsa speciale mi pervade.
La pianura scorre veloce verso il mare: prima ora media dei 39 km/h senza alcuna fatica e così via fino a raggiungere Ovada in poco più di tre ore con media che sfiora i 37km/h.
Al ristoro il gruppo davanti a noi procede verso le asperità direzione Sassello, dove il percorso è stato deviato a causa di una frana sull’Aurelia (a differenza della mia prima esperienza del 2014, niente Passo del Turchino); io purtroppo sono costretto a fermarmi per fare acqua avendo perso una borraccia (ovviamente quella piena) al 60esimo km causa buca.
Ripartiti dal ristoro uno di fianco all’altro cominciamo ad affrontare la salita da soli.
I primi km con pendenze dal 4 al 6% si affrontano con agilità e i 120 km percorsi in gruppo non si sentono nelle gambe, poi la salita si fa più dura anche perché è un continuo su e giù; il paesaggio è verde e l’altimetro segna 700 metri sul livello del mare.
Appunto, il mare… dov’è?
Nulla all’orizzonte, solo colline … alla fine stesso panorama per 22 km con pendenza massima per un breve tratto del 14%.
Dopo un po’ raggiungiamo un gruppo di 5/6 corridori, che ci tirano su un lungo tratto di pianura, finchè, finalmente, comincia la discesa, bella e guidabile, anche se l’asfalto è bagnato e bisogna fare attenzione.
A metà discesa incontriamo Marco che, in vacanza a Finale Ligure, ci è venuto incontro per accompagnarci per un tratto della corsa.
Finalmente, dopo 180 km dal via arriviamo ad Albissola e, con grande emozione, al mare, dove ci aspetta Sumanta per il tanto desiderato rifornimento.
Pronti via si riparte, agganciamo un altro gruppo di corridori.
Marco è fresco e si mette davanti a tirare, a volte anche troppo per noi che siamo già attorno ai 200 km, fino a Finale Ligure.
Il litorale ligure scorre veloce tra tratti in piano, breve salite e discese. Siamo a Ceriale – 230 km -, dove ci attende nuovamente Sumanta; altro giro di borracce, barrette e via per gli ultimi 65 km, i più duri.
Nessuno all’orizzonte. Decidiamo di rallentare, ma ancora niente … nessun collega ciclista all’orizzonte.
Si va da soli. Interviene Super Guido che metro dopo metro mi tira. Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta scorrono abbastanza veloci. Le gambe cominciano a lamentarsi, ma la voglia di arrivare prevale. 280esimo km, bivio per la Cipressa e dopo qualche maledizione si prende il giusto ritmo, per la verità per il sottoscritto rallentato, ma grande emozione in cima.
Scendiamo e dopo pochi km ecco il bivio per il Poggio. Inizia la salita. Dura, anzi durissima, sebbene sia solo al 4% la sensazione è di percorrere il Ghisallo, ma la voglia di arrivare è tanta e la testa prevale sul fisico ormai esausto.
Ecco la discesa. Mi vengono in mente le cadute dei prof, riconosco i tornati e rallento; troppa la paura anche perché l’asfalto è bagnato e cade qualche goccia di pioggia.
Siamo a Sanremo, a mani alzate passiamo l’arrivo dopo 9.15 ore di corsa.

L’organizzazione piuttosto scarsa durante la gara si rivela più che buona all’arrivo: doccia calda e pasta party vario e abbondante.
Torniamo a casa in auto con il fido Sumanta e facciamo alcune riflessioni: la corsa è meravigliosa ed è un’esperienza sicuramente da provare, necessario partire in griglia gold (anche se più cara, costa 70 euro), per fare un buon tempo bisogna cercare di non mollare mai il gruppo almeno per tutto il primo tratto di pianura e sull’Aurelia, una volta arrivati al mare.
Meglio avere un’assistenza per fare i rifornimenti, visto che quelli ufficiali sono scarsi (in tutto tre Ovada, Spotorno e Capo Berta) e poco forniti.
Il traffico tutto sommato non ha dato problemi (essere nel primo gruppo agevola in questo senso), probabilmente anche perchè il meteo non era formidabile e quindi non c’era tanta gente al mare; nel 2014 però, partendo dall’ultima griglia e con giornata meravigliosa, le nonne con passeggini sulle strisce pedonali che ho dovuto schivare sono state parecchie.
Nel complesso, comunque, vera corsa con grandi emozioni; per me è stata la seconda esperienza ma certamente non sarà l’ultima…
… sei troppo bella, Milano-Sanremo!!!
Davide
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