Il pegno da pagare per non pedalare in inverno è quello di raggiungere la Liguria, quindi in concreto un paio d’ore in meno di sonno, 5 ore e 500 km in macchina, ed i conseguenti 50 € circa di benzina e autostrada, se si parte da Como. Quando esci dall’ufficio il venerdì sera l’idea di doversi svegliare prima che durante la settimana lavorativa il giorno dopo non è esattamente la cosa di cui avresti più voglia, sopratutto se nel cammino verso casa passi davanti a ‘Il cortiletto’ e la tentazione di farsi attrarre dai cocktail del Giuseppe, mandando in
vacca la giornata sportiva del giorno dopo è tanta. Ma questa volta non abbiamo scuse e abbiamo una motivazione in più: abbiamo appena ritirato la nuova Hersh e dobbiamo testarla come si deve.
Sveglia alle 6:30 e ritrovo alle 7 sotto casa: 0 gradi. Il meteo in Liguria ne da 14, ma ventosi. Partiamo e all’autogrill ligure decidiamo di andare fino ad Albenga, per poi salire il Testico, ritornare sull’Aurelia e percorrere il finale della Sanremo.
Partiamo ed il clima è subito mite, io sono il più temerario e mi vesto con lungo Assos early winter (garantito fino ad 8 gradi) sotto, intimo invernale e maglia a maniche lunghe primaverile con smanicato sopra. Il Testico vola via nell’entusiasmo del vedere il mare e sentirne la temperatura, e sul mangia e bevi in quota buco, dopo aver già forato 3 volte nell’ultima uscita. Evidentemente i miei copertoni Vittoria Corsa SCII (non ancora quelle in Grafene), tanto belli quanto incredibilmente scorrevoli sono poco resistenti ai tagli, e nell’ultima uscita devo aver preso dello “sporco” che gli ha lasciato all’interno dei residui (che trovo, elimino e riparto).
Scendiamo verso l’Aurelia, attraversando paesi di costa e dopo un paio di Capi, che al solito spezzano gambe, fiato e gruppetto, verso il 70esimo km imbocchiamo la Cipressa, mitica salita della Milano Sanremo. Per noi abituati alle Alpi, i 5,6 km al 4% di pendenza media non sono certo un problema, ma immaginiamo che con 250 km sono e saranno un’altra cosa.
Il paesino in cima è incantevole, e la piazzetta con la chiesa merita il prezzo del biglietto. Dopo aver affrontato con calma la discesa puntiamo verso il Poggio, i cui primi km ti fanno sentire un fenomeno: complice la pendenza lieve ed i tornanti in pianura, si è obbligati a dover frenare in curva, in salita, roba da fuoriclasse! Ovviamente la si fa a tutta e si arriva con il cuore a 180 battiti ed il fiato corto.
Arriviamo a Sanremo e decidiamo di tornare tramite la ciclabile sul mare, stupenda e rilassante, con un gran numero di bar sulla costa che rendono l’aspetto turistico ancora più piacevole. Purtroppo la ciclabile finisce dopo circa una ventina di km, e gli ultimi 30 per tornare alla macchia sono lunghi e noiosi, ma ne è valsa la pena.
Torno a casa e mi iscrivo subito al Laigueglia; la Liguria fuori stagione mi piace da impazzire!
Clicca qui per scaricare la traccia GPX
Condividi