Pubblichiamo qui di seguito un reportage di Olivier Allo, cicloturista francese, sul suo Tour du Mont Blanc (330 km e 8.000 D+ in un sol giorno !); Olivier ha tutta la nostra ammirazione per lo spirito con cui affronta queste imprese, oltre che ovviamente per averle portate a termine (oltre al Tour du Mont Blanc ha fatto la Fausto Coppi ben 11 volte … complimenti anche qui !).
Atto 1 – la decisione
15 aprile 2012: durante la Granfondo Cannondale – Golfe de Saint Tropez, sento parlare per la prima volta di questa cicloturistica extra-ordinaria. L’idea mi cammina in testa … non sono ancora troppo vecchio .. in questo inizio di stagione ho una buona gamba … il giorno della GF sarò già in vacanza … un’occasione così non si ripresenterà tanto facilmente …
5 maggio: invitato a un matrimonio a Grenoble, uscendo dalla chiesa mi trovo davanti il Massif de Belledonne: uno splendore, è il declic, la decisione è presa.
15 maggio: mando la domanda di iscrizione.
Atto 2 – la preparazione
Tre punti mi sembrano essenziali per vincere la sfida: superare il dislivello (circa 8.000 mt), limitare le irritazioni causate alle gambe dalle protesi e sperare che il tempo sia clemente, quantomeno che non piova.
16 maggio: inizio della preparazione
Primo … raccolta di consigli da alcuni esperti in ultra marathon e da amici che conoscono le strade.
Secondo … preparazione della bici con l’aggiunta della tripla e di una cessetta 11-27.
Terzo … astinenza dall’alcool, salvo una birra idratante dopo le uscite lunghe !
Quarto … alimentazione meno grassa.
Quinto … ore di sella, chilometri e dislivello per mettermi in testa gli 8.000 d+ (decido di applicare lo stesso metodo usato con successo per fare la mia prima Fausto Coppi, nel 2001) … comincio con delle ripetizioni del Col de Vence (22 in tutto, di cui 5 in fila, partendo la mattina alle 4.30 o la sera dopo il lavoro) poi il 9 giugno 5 ascensioni di fila del Col de la Lombarda (4 dal lato francese ed una da quello italiano) ovverossia 1.600 x 5 = 8.000 d+, il tutto facendo le solite cicloturistiche (Vencoise, Guiallaumoise, Ventoux, e Fausto Coppi) e i giri estivi normali (Braus, Brouis, Turini, Allos, Champs, Couillole e Bonette) e aggiungo una mezza giornata di allenamento sui rulli in giardino, dalle 5 alle 14, per abituarmi alle ore in sella.
Alla fine rinuncio a fare i 330 km in allenamento, sperando che durante la prova troverò l’energia necessaria per terminarla.
Infine, la settimana prima della prova è consacrata al riposo, con solo due scalate al Col de Vence (circa 20 km con 900 d+), una il martedì e l’altra il giovedì.
Finalmente mi sento pronto e scruto il meteo 3 volte al giorno … sembra mettersi al bello … uff ! sarebbe stata una grandissima delusione rinunciare al via per il brutto tempo.
Atto 3 – la prova:
21 luglio Il viaggio in macchina attraverso l’Italia mi permette di vedere il falsopiano in salita verso Aosta, il Piccolo S. Bernardo, il Cormet de Roseland e la salita finale a Le Saisies, sui quali non avevo mai pedalato.
Alle 17 arrivo a Les Saisies in tempo per il ritiro del pettorale ed il briefing per i 300 partecipanti. La sala è strapiena e noi riceviamo tutte le consegne e una bella sorpresa dall’organizzazione: la possibilità di lasciare due sacchi con effetti personali ai rifornimenti a scelta dei partecipanti. Una sicurezza per me poter lasciare delle fasciature e dei medicamenti per le mie gambe. Poi pasta party per concludere la riunione e tutti a letto per una notte molto corta !
22 luglio, ore 5: volume a palla e speaker eccitato … l’ideale perchè i villeggianti amino e rispettino i ciclisti !
Partenza notturna, in discesa, in direzione di Megeve.
Nonostante la macchina del direttore di corsa limiti la velocità, il peloton si divide in due gruppi: quelli che mirano ai
primi posti e quelli prudenti, dei quali faccio parte.
Avviso agli amatori che vogliono aprire un mercato delle lampade: è incredibile il numero di faretti anteriori e posteriori che volano via !
Il sole sorge alla fine della discesa, senza cadute. Sto a ruota fino a Chamonix. Il passaggio molto ripido per Vaudagne, prima del primo colle ufficiale, mi conferma che sarà una giornata difficile. Seguo il consiglio di Philippe e continuo praticamente solo, più lentamente del mio ritmo normale. Passo il col des Montets quasi senza rendermene conto e mi trovo in Svizzera. Arriva il Col de La Forclaz, che passa anche lui senza problemi. Discesa meravigliosa verso Martigny, su un ripido costone a strapiombo, e mi sembra di tuffarmi sulla città.
Sono a Martigny alle 9.05, con due ore di anticipo sul tempo massimo per proseguire per il lungo, con 26,1 km/h di media … è il caso di darmi una calmata per proseguire fino alle 23.00.
Il rifornimento di Valettes mi permette di riposarmi, di prendermi cura dello sfregamento delle mie protesi sulla gambe e di partire “fresco” per 1h20 di salita al primo vero colle. Magnifica questa salita severa verso Champex, a tornanti che lasciano scoprire dei sontuosi chalets svizzeri ad ogni virata, e l’arrivo a Champex con il suo lago a 1.498 mt. … un paesaggio da cartolina !
Bella discesa facile su Orsiere, piena di borracce alle fontane e ripartenza alle 11 per il Gran San Bernardo.
Fino al tunnel, la salita è relativamente facile, ho fatto l’elastico tra due ciclisti di Tolone già incontrati all’Epervier e alla Coppi. Il finale, molto difficile, in cui ho sofferto di più in tutta la giornata. Al colle, è una grande sorpresa scoprire tanti edifici e una folla notevole. Non mi attardo al rifornimento perchè, malgrado il sole, il vento è freddo.
Superba, lunga, facile discesa su Aosta; io, che detesto le discese, questa volta mi sono regalato un 70 km/h..
Arrivato ad Aosta alle 14.05 con ancora 22 km/h di media. Fa molto caldo e non c’è vento. Decido quindi di non agganciarmi a tutti i costi a tre ciclisti del Club de Montagne. Inizio questo lungo falsopiano in salita con tanto traffico e il vento in faccia, tranquillo fino a La Salle con un rifornimento dove avevo già previsto un lungo arresto (circa 20 minuti) per sistemare le protesi, prendermi cura del mio soprasella e mangiare un po’ di pasta … l’organizzazione è veramente top !
Riposo provvidenziale prima di attaccare il Piccolo San Bernardo che spaventava parecchi partecipanti.
Riparto e resto saggiamente dietro a un inglese (15 km/h) fino ai piedi del colle, poi tengo una velocità di crociera fino ai primi tornanti, fermata volante a La Thuile per bere un po’ d’acqua fresca, mi sento bene e riprendo qualche ciclista in difficoltà. Un belga prova a pedalare con me, parliamo della fortuna di abitare in Costa Azzurra e di fare ogni anno la Bonnette e della sfortuna di venire dal piatto Belgio. Si stacca e arrivo in buona forma al passo alle 17.45. Un colpo d’occhio a San Bernardo en passant e via.
La discesa è prudente perchè il fondo non è buono (e si, siamo tornati in Francia …). 18.35, arrivo ai rifornimento di Bourg St Maurice, dove avevo previsto una sosta identica a quella di La Salle prima di scalare il Cormet de Roseland, che mi impressiona molto. Effettivamente, alle 19.00, l’inizio è difficile, con una gran fatica per rientrare su un ciclista
che continuava a voltarsi e a vedermi a 10 metri ! E’ il falso piano (salvatore) che mi fa rientrare su di lui me sui tre ciclisti lasciati ad Aosta.
Alla ripresa dei tornanti, tengo il mio ritmo, lascio i miei quattro colleghi e ne passo altri due ancora, poco prima dello scollinamento alle 20.45.
Il mio più grande timore è superato, riesco a fare la discesa su Cormet di giorno !
Ed ancora una discesa magnifica con il sole al tramonto, che mi offre anche la luce perfetta per una foto al bordo di un lago.
21.13, comincio la settima e ultima salita, il Col des Saisies da Hauteluce.
La luce del crepuscolo basta per vedere due ciclisti che rimontano … è fuori questione di farmi riprendere sull’ultimo colle ! Accellero … a 12 km/h ! … e riprendo ancora altri due ciclisti.
Qualcuno è ancora davanti al suo chalet con delle lampade elettriche e dei campanacci per incitarci … e ci fa molto bene.
Ora sono nella notte più nera, illuminata solo dai miei tre faretti e sento arrivare un po’ di fiacca . Mi rinfranco pensando di aver visto il cartello “10 km all’arrivo” ai piedi del colle … era in realtà “15 km all’arrivo” e fa una bella differenza. Fortunatamente, a 2 km dall’arrivo, le luci della stazione di Saisies mi danno l’energia per finire alle 22.30. Assaporo questi ultimi metri pensando al “mio” Col de Vence e … passo sulla linea di arrivo con qualche applauso degli spettatori che aspettano i loro campioni e soprattutto quello di Mary-Claude, che mi ha seguito e incoraggiato tutta la giornata al telefono.
E volume sempre al massimo e speaker super eccitato.
Finisco stanco, ma non sfinito, con meno dolori che alla fine di una “cyclo” normale …
Ritiro la maglietta di finisher che ho sognato per mesi … CHE GIORNATA !
Atto 4: il bilancio
Sulla linea di arrivo lo speaker si è complimentato e mi ha chiesto se sarei tornato l’anno prossimo;: NO !!
Ma dicevo lo stesso nel 2001 alla fine della mia prima Fausto Coppi … e ne ho poi fatte altre 10 (tutte finite).
Al Tour de Mont Blanc credo di aver avuto molta fortuna per essere riuscito a combinare tutti gli ingredienti necessari perchè riuscisse bene: preparazione, compagnia, meteo, condizioni materiali etc. per non subire uno scacco matto.
E soprattutto credo che per conservare un carattere straordinario questo evento debba rimanere unico.
Ringrazio tutti i miei parenti, i mebri dell’AVAN e degli altri club che mi hanno aiutato, consigliato, sostenuto, incoraggiato ed in particolare Mary-Claude, che mi ha supportato e sopportato in questa bella avventura.
Olivier Allo, Nizza
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