Era giunto il momento di esplorare un’altra parte dell’isola, così decido di andare nella parte nord-orientale di Mauritius, cercando di mantenermi il più vicino possibile alla costa per non perdermi i panorami dell’oceano che l’isola regala.

All’inizio del mio giro ho avuto le stesse sensazioni della prima volta: strade perfette, poche auto e temperatura ideale. Entrando nelle strade laterali, cercavo di raggiungere il mare, ma senza successo: una prima volta sono finito in un villaggio con delle bellissime ville dove un cane mi ha rincorso abbaiando, ma è stato sufficiente gridare per farlo scappare con la coda fra le gambe. Ci sono diversi cani lungo le strade, ma sembrano tutti innocui, scappano o si allontano al sopraggiungere di qualsiasi mezzo.

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Temples and cars in villages

Dopo qualche chilometro, ecco che raggiungo Goodlands il primo vero centro abitato che ho attraversato e questa è anche stata la prima volta in cui ho dovuto affrontare il traffico mauriziano con bus, auto e motorini che si muovevano in modo abbastanza caotico lungo le strade colme di persone che attraversavano la strada. Ho dovuto fare molta attenzione per evitare qualsiasi tipo di incidente.

Entrando in questa piccolo paese, ho avuto anche la possibilità di godere dei colori e dei profumi che accolgono chi passa per la città assistendo al risveglio della vita durante la mattina presto.

Pensavo che tutta quella gente non fosse abituata a vedere un ciclista all’interno della loro città. In realtà ho incontrato dei ciclisti durante le mie uscite. Ciclisti solitari che come me beneficiavano della “frescura” mattutina. Un gruppo di una decina di ciclisti intenti in una sorta di allenamento molto intenso e un altro gruppo di una ventina di ciclisti stranieri che con un ritmo blando stavano godendosi le strade dell’isola. Quindi non potevo considerarmi un extra-terrestre ma semplicemente uno dei tanti ciclisti, che stanno girando per le strade di Mauritius in questo periodo dell’anno, godendosi le meraviglie dell’isola.

Attraversando la città ci si imbatte in molti bus, che come spesso capita rilasciano un fumo molto denso dai loro tubi di scarico e dai loro vecchi motori diesel. Oltre al rischio di restare affumicati, occorre fare molta attenzione al continuo gioco di sorpassi che gli autisti tentano per non perdere tempo nel raggiungere la prossima fermata. Gioco che consiste nel superare il prima possibile il povero ciclista, che poi sarà costretto a superare il bus alla fermata poco distante: una sorta di gioco del gatto e del topo, in cui il mio obiettivo è stato quello di non finire come un topo… Un altro mezzo di trasporto da guardare con occhio bene attento è il tipico bus privato dotato di aria condizionata che la mattina presto corre come se non ci fosse un domani per portare i turisti sulle spiagge, con l’intenzione di non perdere nemmeno un minuto dietro un lento ciclista!

Passato Goolands sono andato verso Grand Gaube, un piccolo villaggio sulla costa con una bella strada lungo la costa e alcune spiagge private. La strada che porta da Goodlands a Grand Gaube è una lunga linea diritta con dossi e tanto traffico che avrei volentieri evitato con il senno di poi. Ma l’arrivo al mare e la sosta alla fine di un piccolo molo costruito sul mare insieme alla gente del posto è stata la giusta ricompensa. E con questo ero giunto alla fine della mia piccola avventura, era ora di tornare e ripercorrere a ritroso le strade appena percorse.

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Grand Gaube the pier

Posted by Max

Ciclista da quando è nato. Ha provato la sua prima bici da corsa nel 2015 perché si erano esauriti gli sport da lui praticabili e ne è rimasto folgorato: "posso tornare a fare sport senza soffrire di tendinopatia!", per poi tornare a soffrire sulle salite attorno al lago di Como. Lavora in aziende digitali da vent'anni e pratica anche la vela (senza soffrire). Ha una Wilier GTR 2015, una Passoni XXTi Campy Super Record + Bora e una Canyon Neuron. Scrivigli a max@bklk.it

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