In principio era la bicicletta; poi è stata inventata la bici da corsa per le gare sulle strade più lisce, quella da pista per i velodromi e quella da ciclocross per andare per i campi; poi sono state inventate le bici da crono da una parte e le mountain bike dall’altra; poi è arrivata la superleggera da salita, la Aero per fendere meglio l’aria quando in pianura si pedala oltre i 45 km/h e l’endurance per chi è più preoccupato di salvare la schiena che di fendere l’aria; poi la gravel, normale o aero per quella nicchia di mercato – a cui non ho l’onore di far parte – che pedala stabilmente oltre i 45 km/h su sterrato. Finito l’elenco, moltiplichiamolo per due, a seconda che di ciascuna categoria si preferisca la versione freni a disco o caliper. In tutto, c’e chi ha contato ben 48 bici.

Quindi, come lo vogliamo chiamare? Progresso? Marketing? Etichetting? O un po’ di tutto?

Premesso che la differenza tra una categoria e l’altra è molto soggettiva (giusto per fare un esempio la Road Machine, cioè la bici che la BMC mette nella sua “Endurance Series”, è molto più racing della Stratofaster, che è la top di gamma della Cinelli) e che spesso tra una bici e l’altra cambiano solo i componenti (ad esempio la Focus Parallane, gran bella bici che diventa endurance, gravel o ciclocross a seconda del gruppo e delle ruote con cui viene montata, moltiplicandosi in 3 bici), ovviamente è un po’ di tutto.

Aero, racing o endurance?

Il livello di sofisticazione delle bici di oggi è tale per cui per avere quel minimo di miglioramento devi limare 50 grammi da qualche parte oppure cambiare la forma dei tubi per ridurre di un niente l’impatto aerodinamico; il livello di sofisticazione del marketing è tale per cui dopo che gli ingegneri hanno limato 50 grammi o smussato un angolo ti fanno credere di aver inventato qualcosa di completamente nuovo. E, come sempre, sta alla nostra capacità di ragionare non farsi infinocchiare dai guru del marketing, non comprare la bici nuova solo perchè i tubi della nostra sono lontano da quelli dell’ultima Aero e scegliere quella giusta quando sarà davvero il momento di cambiare la nostra.

Appunto … quale scegliere?

Una aero? Secondo la maggior parte degli addetti ai lavori, le aero danno infatti vantaggi solo se si pedala stabilmente almeno a 45 km/h, il che è come dire che non sono bici per noi cicloamatori. D’altra parte, se al Giro uno come Doumoulin, che in pianura mena mica male e in salita va più o meno come noi peones in pianura, usava la Advanced invece della Propel e tutti i suoi avversari hanno fatto la stessa scelta (a memoria Quintana usa la Ultimate, Nibali la Scultura), un motivo ci sarà … meditate, gente, meditate!

Aero!

Una superleggera da salita (che poi altro non è che quella che si è sempre chiamata semplicemente bici da corsa) o una endurance? Questo è il vero dubbio dei cicloamatori: un po’ più di velocità o un po’ più di comodità (o meno scomodità)? Io, che mi sciolgo al solo sentire la sensazione di leggerezza della bici da corsa anche solo facendo il giro del cortile per regolare il cambio, sono per la velocità o, meglio, per la massima velocità possibile senza che la bici mi dia problemi. E visto che con la mia – che tecnicamente è una superleggera non leggerissima, che alcune case metterebbero in categoria endurance e che fino all’anno scorso una squadretta pro continental usava per correre  – a Mallorca  dopo 312 km di strade non proprio liscissime sono sceso dalla bici senza problemi di schiena e che all‘Etape du Tour non ho avuto nessun problema neppure con una Basso Diamante, superleggera racing su cui non ero mai salito prima, non ho alcun dubbio … una superleggera piuttosto che una endurance tanto comoda quanto poco affascinante, anche perchè spesso in termini di comodità fa più differenza mettere un paio di spessori sotto l’atttacco manubrio o sgonfiare un le gomme di una atmosfera che scegliere un telaio comodoso.

La Bassso Diamante, super leggera racing senza mal di schiena

Una gravel? Bellissima, a condizione che si trovino strade bianche; chi abitasse in Toscana o lungo il Po probabilmente ne farebbe una pelle, chi come noi abita a Como, dove la scelta è sostanzialmente tra strada asfaltate (male) e single track, avrebbero poco senso.

Una Aero gravel? Non scherziamo, per arrivare a 45 km/h ho bisogno del parquet del Vigorelli e di una moto dvanti, figuriamoci sullo sterrato quanto mi servirebbe una Aero!

3T Exploro, aero gravel … ma è così bella che …

La scelta quindi è, in realtà, molto meno difficile di quanto l’offerta possa far pensare.

Poi, ovviamente, c’è l’aspetto costo e l’aspetto sentimentale; se uno proprio si innamorasse di una aero gravel (e non è poi così difficile che succeda con la 3T Exploro), piuttosto che comprare una bici di cui non è convinto …

Mia personale opinione, le case produttrici farebbero un servizio migliore al cicloamatore se invece di inventarsi etichette aero, superleggera, endurance etc. fossero un po’ più elastici sugli abbinamenti; non se ne può più di trovare l’Ultegra abbinato solo al telaio verde pisello ed il Durace abbinato solo a quello arancione … chiedetemi 50 euro in più, se proprio non ci state dentro con i 10.000 euro che già mi scolpite, ma visto che conviverò (volentierissimo) con la mia nuova bici per ogni uscita nei prossimi 5 anni, montatemi un benedetto Ultegra anche su un telaio arancione!

 

Disegno di copertina di Rachel Petrusillo – Instagram: rachpetru

 

Posted by Simo

Sono Simone Frassi, comasco, avvocato civilista, viaggiatore (www.2wd.it), delle bici mi piace tutto, l'allenamento duro, le passeggiate senza fretta con gli amici, l'oretta in pausa pranzo, gli assalti ai miei PR su Strava, le chiacchierate in sella, la ricerca di strade nuove, le gare dei pro, le nuove tendenze di stile, le gite in mtb, l'esplorazione delle città in bici; le uniche cose che non sopporto sono l'agonismo di chi alle GF è pronto a tutto per guadagnare la posizione in classifica che gli consentirà di arrivare 3.000mo e (pur rendendomi conto benissimo che non sono fatti miei) la mancanza di ispirazione chi fa sempre lo stesso giro, come un criceto sulla una ruota (salvo che si tratti di girare a 40 km/h sul circuito di Monza). Email: simo@bklk.it Strava: https://www.strava.com/athletes/807017

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