“Ci fermiamo ai ristori?” – Mi chiede Gianluca.
“Mah veramente i ristori sono il mio punto di arrivo, dove mangio, bevo e mi rilasso, no?” Rispondo io con qualche titubanza…
“Ah.”
Alla fine l’unico ristoro che ho visto è stato quello dopo il Barbotto perché non avevo più acqua e perché ero un po’ incazzato dalla foratura che ancora una volta in questo ultimo mese, mi aveva rallentato. Una granfondo meno rilassata del solito, insomma.

Con Gianluca ero salito sullo Stelvio un paio di anni fa, quando dopo anni ci rivedemmo grazie alla bicicletta. Questa volta ci siamo organizzati con un paio di messaggi, una sgambata il sabato, tra una piadina e una passeggiata in riva al mare, e una piacevolissima cena con le famiglie. Anche questa è la Nove Colli. E poi ci siamo dati appuntamento in griglia, riuscendo incredibilmente a incontrarci sul ponte del Porto Canale tra le 12.000 persone iscritte a questa fantastica granfondo.

Lui è uno che mena, come direbbe qualcuno. Non è in forma come in passato, ma i tempi su Strava non lasciano dubbi: tra quelli che seguo dopo Nibali arriva Gianluca. Bisbino, Stelvio, Colma qualche anno fa li ha scalati con tempi che mi lasciano sempre a bocca aperta. La ciliegina sulla torta arriva quando mi dice che la Nove Colli l’ha fatta tutta alla soglia un paio di anni fa.

“Senti non voglio tarparti le ali, non aspettarmi… al limite ci beviamo una Coca all’arrivo”

Nulla, la vuole fare insieme. Mi toccherà sudare, ma soprattutto saltare i rifornimenti. E alla fine devo dire che mi sono divertito a spingere e a far finta che al lato della strada non ci fossero barrette, banane e fette di torta ad aspettarmi. Quantomeno non puntiamo al Lungo, troppi metri da scalare con la Haute Route che mi attende tra qualche settimana.

Partiamo con calma senza spaccarci subito le gambe nel piano che porta al primo colle, il Polenta. Ma appena passa un treno che nel mio personalissimo radar sarebbe stato catalogato come di quelli che vanno troppo forte, Gianluca mi guarda e mi fa un cenno. Ci agganciamo e iniziamo a volare. Sarà così per tutta la Granfondo, lui mi guarda e io spesso gli dico no, qualche volta ci agganciamo e partiamo.

In salita vado regolare spingendo un po’ più del solito. Tra il Polenta e Pieve di Rivoscio, il secondo colle, attraversiamo un tratto di mangia e bevi dove ci sorprendiamo per la quantità di ciclisti a bordo strada intenti a cambiare la camera d’aria. Scopriremo poi che qualche imbecille ha gettato chiodi e puntine lungo la strada. Chi va in bicicletta è consapevole dei danni che l’esplosione di uno pneumatico anche a 30Km/h può causare. Sembra incredibile pensare che ci siano persone così deficienti da cercare di protestare o di avere visibilità in questo modo. Tra l’altro in una manifestazione che fa ripartire l’economia di un pezzo di Romagna intero. Bah…

Nella discesa dal Ciola buco anch’io. Ancora non capisco come, la camera d’aria si sgonfia e accosto. Per la prima volta sono costretto a cambiarla durante una granfondo. Riparto un po’ deluso perché nel frattempo ho perso Gianluca e anche la mia vanità di fare un tempo diverso dal solito. Con una telefonata ci ritroviamo e partiamo per la parte finale.

Fatico a stare a ruota al gruppo con cui arriveremo al traguardo, in quel tratto di strada della Nove Colli fatto di strappi continui seguiti da brevi discese. Qui chi mi sta davanti decide di gettare nei cespugli un “boccettino”, simile a quello chiesto dai ragazzi all’ammiraglia. Questo non è solo uno “sport di merda”, è anche fatto di gente di merda, che alla richiesta di rimettersi in tasca l’immondizia ti risponde che così si “appiccica tutto”. Ma vaff***! Non ti meriti tutta questa bellezza, ti meriti i chiodi per strada, le auto in contromano e volontari scontrosi che non vedono l’ora di andare a casa a guardare la Serie A. Evidentemente le polemiche sulla sporcizia lasciata al passaggio della Granfondo hanno qualche fondamento, nonostante le aree preposte a raccogliere gli scarti.

Non riesco a prendere il ritmo giusto. Arriviamo in pianura e il gruppetto si organizza per tirare. Quando mancano 3 Km decido di dare una mano e mi metto a menare anch’io. Chiedo il cambio ma da dietro nessuno si fa avanti, mica staranno pensando di fare lo sprint? Mi rimetto a tirare tra le ultime rotonde. Curva a sinistra e da dietro gli ultimi 5 rimasti mi passano e iniziano a sprintare: ho tirato la volata come un gregario! Però nessuno mi ringrazia, solo la ragazza che mi porge la medaglia mi sorride, beh direi meglio…

Piano piano si fa strada la consapevolezza di essermi divertito, faticando un po’ di più del solito, ma con buone sensazioni per quello che mi aspetta a Bormio l’8 giugno.

Un fine settimana perfetto con sole, mare, spiaggia, ottimo cibo e tanta bicicletta. Un appuntamento che rigenera in questo periodo dell’anno, soprattutto quando sul lago non è ancora arrivata la primavera, mentre a Cesenatico il sole scalda la sabbia e anche l’anima.

Nove Colli credo proprio che ci rivedremo ancora.

Grazie all’organizzazione della Nove Colli, a Tom di Sportograf per le bellissime foto, alla piadineria dopo il ponte sulla sinistra, al Ristorante Giuliano a Porto Canale che non delude mai.
Il Kit di BKLK che indosso lo trovi in offerta a €130.

Posted by Max

Ciclista da quando è nato. Ha provato la sua prima bici da corsa nel 2015 perché si erano esauriti gli sport da lui praticabili e ne è rimasto folgorato: "posso tornare a fare sport senza soffrire di tendinopatia!", per poi tornare a soffrire sulle salite attorno al lago di Como. Lavora in aziende digitali da vent'anni e pratica anche la vela (senza soffrire). Ha una Wilier GTR 2015, una Passoni XXTi Campy Super Record + Bora e una Canyon Neuron. Scrivigli a max@bklk.it

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