Lo ammetto candidamente ho iniziato a giocare ai videogame quando le consolle non erano altro che cubi di plastica a cui si attaccavano delle cassette, i giocatori apparivano come stanghette e le palle come dei quadrotti improbabili. Le cose sono poi migliorate con l’arrivo dei primi computer e con loro i colori! Sono apparsi i primi volti e i particolari di auto e paesaggi, ambienti in cui mi ritrovavo nelle simulazioni di guida, indimenticabili i miei tentativi di completare un giro di Silverstone su una super-stilizzata Ferrari.
Vi risparmio altri dettagli e salto generazioni fino ad arrivare ai giorni nostri in cui nel mio ruolo di padre impongo dei limiti a mio figlio perché eviti di passare ore di fronte a uno schermo, affinché esca a giocare con i suoi amici, vada al lago a far girare il suo motoscafo radiocomandato o si legga un libro in camera sua.
Ma poi mi ritrovo di fronte a un monitor mentre il mio avatar insegue i ciclisti che girano per le strade di un mondo che non esiste. Come spiegarlo a mio figlio? Mi sto allenando. Io.
Sto ovviamente parlando di Zwift, il videogioco di noi ciclisti della X-generation.
Forse il videogioco più costoso della mia storia di giocatore: tra bicicletta, rullo, computer, schermo e ammennicoli vari, parliamo di un setup che supera di 10 volte il costo del sistema di guida che avevo costruito, volante e pedaliera inclusa, con cui guidavo le auto alla Playstation con GT Gran Turismo.
Con Zwift sono entrato nel mondo dei rulli a gamba tesa, mondo che avevo cercato di evitare a tutti i costi. Eppure un trasloco mai finito e un inverno piovoso come non si vedeva da anni, mi hanno costretto a passare ore nella mia “pain cave”, la stanza del dolore dove il rumore ovattato dell’Elite Drivo mi lascia sentire a stento le grida del pubblico che mi incita lungo le strade di Londra.
Accedere al mondo Zwift è semplicissimo, a patto che si abbia tutta la strumentazione che ho brevemente elencato qui sopra. Per i dettagli vi rimando a Zwift Italy un sito in italiano che illustra tutte le opzioni disponibili. Poi occorre ovviamente pagare la app: per una settimana è possibile testare il videogame gratuitamente, al termine del periodo di prova si dovranno sborsare €15 al mese, tre birre medie risparmiate convertite in massa muscolare, non male…
Avviare il sistema la prima volta è facile come accendere una Playstation. L’abbinamento software/hardware è paragonabile a quella volta in cui avete dovuto abbinare il telefono al sistema bluetooth dell’auto: tutto molto semplice, a patto che funzioni al primo colpo. Selezionati i componenti giusti per il calcolo del wattaggio, per la variazione della resistenza, il sensore della cadenza e il sensore del battito cardiaco, siamo pronti per provare il set-up con un sistema degno di un pro, non per chi come me punta a finire la prossima Granfondo…
Il videogioco con cui pedalare può apparire sia su uno smartphone, sia su uno schermo OLED da 70″ che avete appena installato in salotto, grazie alla compatibilità di Zwift con l’Apple TV. Tutto sta nel definire le priorità con la/il vostra/o compagna/o che di fronte a un insieme di bici, rulli, ventilatore, cavi e non da ultimo sudore colante dal vostro corpo come dopo la miglior sauna, potrebbe avere qualcosa da ridire rispetto alla posizione ottimale del vostro kit.
Io ho optato per un Mac abbinato a un monitor da 24″ che con il trasloco aveva perso la sua utilità. Mai affrontato il tema salotto di casa, ovviamente.
Indispensabile, da ultimo, il tappeto per raccogliere il grasso della catena e il sudore delle sessioni. Inutile pensare alle consegue sui rapporti di coppia nel caso aveste scelto il parquet come pavimento di casa…
Il concetto alla base della simulazione è che i rulli cambiano la resistenza della pedalata rispetto all’inclinazione e all’interazione con gli altri ciclisti del mondo virtuale in cui ci troviamo. Questo significa che quando il nostro avatar inizia a salire, la nostra pedalata si indurisce e siamo costretti a passare a un cambio più corto. Così come la pedalata si alleggerisce entrando nella scia del ciclista che ci precede, assolvendo all’intimazione di Zwift di chiudere il buco: “close the gap”. Mantra che ormai mi ripeto anche quando sono in fila al supermercato…
Il tutto avviene in 3 mondi/ambienti diversi: Londra appunto, la Richmond dei mondiali vinti da Sagan e un mondo completamente inventato su un’isola del Pacifico: la mitica e irraggiungibile Watopia. Un calendario scandisce i tempi con cui questi circuiti si alternano durante il mese: non esiste la libertà di scelta, possiamo pedalare dove lo fanno tutti gli altri, così ci sentiremo meno soli incontrando ciclisti da tutto il mondo lungo il percorso.
Ok, fin qui si tratta di girare in bicicletta in un ambiente virtuale cercando di scollinare una salita come la mitica Box Hill nel Surrey inglese, o di tenere i 40KM/h in un gruppo in cui i ciclisti cercano di evitare di restare in testa al gruppo. Ma ovviamente è solo l’inizio… Un inizio tra l’altro non banale, perché ovviamente ho cercato di rivivere le sensazioni della Prudential Ride London passando di fronte a Harrod’s o spingendo appunto sulla salita di Box Hill che abbiamo percorso durante quella bellissima Granfondo.
E’ solo l’inizio, dicevo, perché oltre a un giro senza meta nell’ambiente selezionato, possiamo poi scegliere che tipo di attività intendiamo affrontare: un allenamento, una group ride o una corsa?
Con l’allenamento affrontiamo un programma che ci impone di seguire un determinato wattaggio per dei periodi predefiniti, seguendo un vero e proprio schema di lavoro offerto all’interno dell’app.
Le group ride, invece, sono dei giri in “compagnia” dove l’obiettivo è quello di non farsi lasciare indietro da chi pesta più di noi. Si parte tutti insieme a un orario predefinito e si entra in uno dei circuiti, tutti vestiti con lo stesso kit per poterci identificare lungo il percorso. Un tentativo di creare del senso di appartenenza che mi sorprende ogni volta in cui ne parlo.
Mentre le gare sono… gare. Si pedala per arrivare primi al termine di uno o più giri di un circuito o di un percorso predefinito.
Per cercare di rendere le cose più omogenee, per non correre il rischio di dover tenere il ritmo di Nibali la sera dopo una giornata di lavoro quando si ha solo voglia di un allenamento leggero, il livello dei ciclisti è classificato in base al watt/peso secondo un test FTP che può essere riportato, fatto all’interno di Zwift o calcolato al termine delle gare a cui si partecipa. In soldoni: il sistema calcola il nostro livello di allenamento, lo abbina al peso che abbiamo inserito e così determina come la forza con cui pedaliamo determina lo spostamento del nostro avatar lungo la strada.
Senza pensare a chi bara dichiarando pesi piuma invece dei grassi accumulati in anni di birra bevuta a canna, questo sistema garantisce che in gara ci si possa confrontare con pari livello, così come per le uscite in gruppo di non dover morire al via vedendosi abbandonati nel deserto di Watopia senza nessuno con cui parlare…
geniale
E con rulli come Turno elite che non si induriscono ma c’è scritto che si collega con zwift come funziona a simulare le salite? Chi lo usa continua a spingere di watt senza indurimento e sta davanti?
In questo caso perdi l’interazione ossia i watt che generi fanno muovere l’avatar indipendentemente dall’inclinazione della salita. Per capirci a 200watt andrai a 35km/h in piano, in una salita al 5% andrai a circa 15km/h.
Ottima recensione, potresti trovare divertente la mia parodia di una giornata a Londra su Zwift.
https://ilmog.blog/2017/10/04/zwift-what-else/
Marco
Mi allaccio al secondo e terzo commento avendo un turbo muin anche se nn si indurisce in salita comunque ai fini del gioco la velocità diminuisce???
Certo. Mi è capitato di pedalare senza il variatore di potenza attivo, per un workout ad esempio, e con 200watt di potenza non voli a 30kmh in salita al 7%
[…] quando ormai pensavo non fosse possibile migliorare un’esperienza come quella che ho raccontato, ecco che arriva un aggiornamento di Zwift che implementa alcune caratteristiche che avevo pensato […]
[…] a fine marzo. Dopo un inverno trascorso in compagnia di Zwift, conscio che non potevo avere scuse per non continuare a pedalare anche quando la stagione non dava […]
Scusatemi… da circa un paio di mesi ho comprato i rulli BKOOL SMART PRO 2. Che voi sappiate, sono compatibili con ZWIFT? Vi ringrazio, buona giornata a tutti.
Pare di sì con un aggiornamento che però non conosco: https://support.zwift.com/en_us/which-trainers-does-zwift-support-By_k0JHQ
Prova a chiedere al supporto BKOOL per l’aggiornamento, nel caso non sapessi da che parte iniziare.
Ciao
Ciao, ma se compro il rullo elite direto ho bisogno ugualmente di ant+ e cavetti vari?
Grazie
Ciao. No puoi usare il collegamento Bluetooth e dimenticarti i cavi. Cavi che comunque servono solo per aumentare la precisione.
M
Grazie. Allora procedo all’acquisto.